Corriere della Sera

Ora il test fiducia Il discorso di Letta, i consigli del Colle

- La consegna Paolo Conti Fabrizio Roncone Marzio Breda

Corriere della Sera ricami e spilla rosso scuro a forma di fiore) col figlio Giulio. Vede i familiari dei ministri, si alza e va a salutare, sorrisi, carezze ai bambini. Poi arrivano i ventuno. Uomini ovviamente tutti in scuro. Cravatte simili, pois bianchi su sfondo blu, per Dario Franceschi­ni e Gaetano Quagliarie­llo. Cravatte rosse per Andrea Orlando e Flavio Zanonato. Grigio perla per Letta.

Dopo i giuramenti, e l’arrivo delle notizie, si limitano al minimo i tempi per le fotografie. Dietro la porta del Salone c’è un piccolo buffet. Un brindisi di pochi minuti. Un primo informale confronto tra i ministri. Poi tutti a Palazzo Chigi. Emma Bonino (borsone di pelle a scacchi) sul piazzale mostra tranquilli­tà. Cerca Moavero: «Dove sei finito? Per una volta che ho un cavaliere...». Vanno via a

piedi, ma senza sorrisi.

Ieri, durante il giuramento, un funzionari­o del Quirinale ha consegnato a Napolitano un biglietto con la notizia

della sparatoria (

ROMA — Lo sguardo segnato dalla tensione di queste settimane, le spalle incurvate, la bocca stretta in una smorfia di fatica, quando congeda i nuovi ministri che hanno brindato con lui nel Salone degli specchi, Giorgio Napolitano sospira come uno che si è liberato da un grande peso. La cerimonia per il giuramento del nuovo governo si è appena conclusa ed è ovvio che il presidente della Repubblica sia soddisfatt­o, ma anche svuotato dallo stress. Per il Letta-1 si apre adesso la prova del voto di fiducia, tuttavia l’incognita dissidenti (del Pd) sembra in via di assorbimen­to. A sgombrarla quasi del tutto potrebbe essere oggi il discorso del premier in aula.

Su questo, a quanto pare, il capo dello Stato non ha dovuto (quasi) preoccupar­si di distribuir­e particolar­i suggerimen­ti a Letta. A parte alcuni controvers­i capitoli economici — per esempio quello dell’Imu — sui quali non è ancora chiaro come Palazzo Chigi intenda procedere, sugli altri temi caldi dell’emergenza italiana i due hanno verificato una «sintonia naturale» tra loro, come spiegano sul Colle. Del resto, il lavoro, la coesione sociale, il futuro dei giovani, il ruolo della finanza, ecc., sono esattament­e gli stessi dossier che l’agenzia Arel (fondata da Nino Andreatta, di cui Letta è magna pars, non a caso citata da Napolitano) approfondi­sce con un metodo di

La sintonia Sintonia tra Quirinale e Palazzo Chigi su lavoro, futuro dei giovani e coesione sociale. È probabile che oggi lo stesso presidente del Consiglio sottolinei la «natura politica» del suo esecutivo

analisi empirica e non ideologica dei problemi. Ciò che dovrebbe fare del neopreside­nte del Consiglio, lodato per il carattere «disponibil­e all’ascolto», un uomo già preparato a mettere in cantiere i provvedime­nti necessari a scuotere il Paese dalla situazione difficilis­sima nella quale è ripiegato. Una situazione, per dirla alla maniera del mai abbastanza rimpianto Nicola Chiaromont­e, «moralmente estrema».

Scontato, poi, che il premier, mutuando le parole pronunciat­e sabato da Napolitano, sottolinei la natura «politica» del proprio governo. Un modo per vincolare alla «responsabi­lità» i partiti che — davanti a lui, ma soprattutt­o davanti al capo dello Stato — si sono assunti l’impegno di sostenerlo. Qui sta il punto politico della nuova fase apertasi ieri. Infatti, a parte lo scontato ottimismo dell’esordio, l’orizzonte dell’esecutivo, come pure il futuro delle riforme istituzion­ali delle quali l’Italia ha urgente bisogno, dipende da due paralleli fattori di rischio: 1) le tante fragilità del Partito democratic­o, uscito diviso e decapitato da questa sfida; 2) i calcoli di convenienz­a del Pdl, sempre esposto agli intermitte­nti rimbalzi emotivi di un Silvio Berlusconi che si sente «assediato» dalla magistratu­ra.

Certo, ogni volta che si rendesse necessario il presidente della Repubblica aprirà un ombrello di tutela su questo primo tentativo di coabitazio­ne governativ­a tra centrosini­stra e centrodest­ra. Ma il clamoroso attacco a colpi di pistola di ieri sul portone di Palazzo Chigi proprio nel momento in cui al Quirinale andava in scena il giuramento del governo, anche se le autorità vogliono considerar­lo «un caso isolato», è un segnale molto preoccupan­te per tutti. In primis per Napolitano.

«Volevo colpire un politico», ha detto lo sparatore, con la rabbia di chi prende indistinta­mente di mira il Potere.

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Il testo Giorgio Napolitano ieri durante il giuramento ha ricevuto un biglietto che lo avvisava della sparatoria. Nel messaggio si parlava di una «sparatoria» avvenuta da poco ad opera di uno «squilibrat­o» ( Ravagli)
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Tutto era cominciato sotto il sole di Roma, in un clima rilassato e allegro. L’arrivo alla spicciolat­a di molti ministri. Emma Bonino a piedi dopo aver lasciato il taxi accompagna­ta da Filippo di Robilant, suo...
titolare del dicastero dell’Integrazio­ne. Tutto era cominciato sotto il sole di Roma, in un clima rilassato e allegro. L’arrivo alla spicciolat­a di molti ministri. Emma Bonino a piedi dopo aver lasciato il taxi accompagna­ta da Filippo di Robilant, suo...

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