Democratici ricompattati tra molti mugugni Il giallo Civati: oggi decido
Renzi in pole per guidare l’anci dopo Delrio
to e dal senatore Lo Giudice che mi ha comunicato la sua adesione. La presenza della firma di Civati è solo frutto di un’incomprensione del tutto innocente e banale».
Dunque i sì arriveranno, i dissensi stanno rientrando, le perplessità restano. «Accordiamo la fiducia a questo governo assumendoci le nostre responsabilità di eletti», hanno scritto Puppato e gli altri nel documento, «nella speranza che in questa fase di emergenza democra-
Il documento Il sì nel documento di Gozi, Puppato e Zampa Ma il deputato: smentisco Bindi e la segreteria «Si parla del sindaco e di Barca. Io lavorerò a un altro candidato leader»
tica, economica, sociale ed europea rinasca l’obbligo morale di rappresentare quel cambiamento di stile e di obiettivi di cui gli italiani sentono un disperato bisogno». Ma è evidente che sarebbe inutile nascondere le lacerazioni delle ultime settimane. «Non vogliamo creare l’ennesima area organizzata all’interno del Pd», dicono i firmatari, «ma lavoreremo affinché il Partito democratico diventi quello che avevamo promesso e che aveva ridato speranza ed entusiasmo a milioni di italiani».
Questa mattina dunque la prova generale, prima del voto di fiducia del pomeriggio alla Camera: quella interna, della riunione dei deputati del Pd, presente Pier Luigi Bersani, quando finalmente si discuterà, le perplessità verranno riproposte, le richieste di cambiamento reale ribadite, nella qual e Ci vat i c hi e derà c he Let t a apra «un dialogo con tutte le forze di opposizione, anche quelle più radicali», per riporta-
Gaetano Quagliariello, 53 anni, neoministro per le Riforme istituzionali, ieri al giuramento mentre parlava con Dario Franceschini, 54 anni, neoministro per i Rapporti con il Parlamento ( re la questione sociale «al centro del dibattito», perché «se sono larghe intese, devono essere con tutti».
Alla fine, è probabile che i gruppi si compatteranno, hanno annunciato di votare la fiducia anche i neodeputati del Pd, la cosiddetta area giovane, quella arrivata in Parlamento con le primarie e che è stata accusata di aver bruciato le candidature di Marini e poi di Prodi nella corsa al Quirinale. Sono pronti, pur con qualche distinguo, a votare la fiducia. E del resto lo conferma Marco Di Maio che il «gruppo», un centinaio di parlamentari che pure hanno in Civati un punto di riferimento, «aveva già assunto l’orientamento di votare la fiducia quando Letta aveva sciolto la riserva» e ora, prosegue il ventinovenne neodeputato, «con le uova che aveva a disposizione Letta ha fatto la miglior frittata che poteva fare». Il documento di Puppato, Gozi e Zampa, per loro, è dunque «condivisibile e positivo».