«Situazione non chiara, nessuno è entusiasta»
Ghedini: non avrei voluto un ministero e non darò la fiducia per ragioni di salute Ma l’esecutivo non si occupi di giustizia
ROMA — Niccolò Ghedini, senatore pdl e difensore di Silvio Berlusconi, c’è chi sospetta che non voterà la fiducia a questo governo. È così?
«Purtroppo non sarò a Roma, come non lo sono stato in questi giorni. Ma per motivi di salute: sto facendo un "tagliando" come capita a molti».
Non perché sia contrario, come si sussurra?
«Mai detto che sono contrario. È una sorta di governo d’emergenza nazionale. Nessun governo poteva incidere di più». Non lo dice con grande trasporto. «È ovvio che nessuno è entusiasta di questa situazione non chiara. C’è stata una campagna elettorale molto dura, in cui tutti hanno detto tutto di tutti. Unire due forze così diverse non è semplice. È chiaro che solo in condizioni di estrema necessità è possibile farlo».
Lei aveva sconsigliato Berlusconi?
«Ma no. Non mi compete neanche. Questo è un governo che non ha questioni di giustizia nel suo programma. Si deve occupare di economia e di come far uscire il Paese da questa crisi gravissima».
Non era contrario nemmeno alla nomina di Anna Maria Cancellieri a Guardasigilli?
«Penso che così come è stata un buon ministro dell’Interno, sarà un buon ministro della Giustizia. Se fossi stato contrario lo avrei dichiarato. O almeno lo avrei detto a Berlusconi. Ed essendo il suo difensore mi avrebbe ascoltato».
Non sarebbe stato meglio per Berlusconi andare subito alle elezioni prima di un’eventuale condanna, come qualcuno suggeriva?
«I processi finiranno comunque entro maggio. Tra 15 giorni potrebbe arrivare una condanna. Nemmeno Speedy Gonzales ce l’avrebbe fatta ad andare alle urne prima. Almeno a luglio. Ma io sono sempre fiducioso che la sua innocenza sarà riconosciuta».
Ha sempre lamentato aggressioni politico-giudiziarie. Cosa ha consigliato a Berlusconi sul via libera al governo?
«In questo caso l’unica preoccupazione è la situazione economica del Paese. Per cui non ho caldeggiato né l’una né l’altra soluzione. Lui ha ritenuto di fare l’accordo Pd-Pdl. Ha avuto ragione. Avrei auspicato un suo ruolo di primo piano ma ha pensato che fosse meglio farsi da parte per far nascere un governo con molti giovani. È chiaro che lo appoggeremo».
C’è chi l’aveva messa tra i papabili nel toto-ministri. Deluso?
«Io? Mai e poi mai avrei voluto avere un ruolo di governo o di sottogoverno. Ma in qualsiasi governo. Altrimenti sarei incompatibile come avvocato».
C’è chi ha visto incompatibilità anche con la sua attività parlamenta- re.
«Ma secondo me non c’è. Se entrassi in un governo invece dovrei cancellarmi dall’albo degli avvocati. Non vorrei mai».
Non è un governo delle «seconde file»?
«Ma Lupi è un’ottima persona. De Girolamo si impegna molto. C’è il direttore editoriale della Treccani. E anche Enrico Letta è una persona di grande pregio. Conosco Zanonato, io sono di Padova: è un po’ aspro nel ca-
che coinvolgono Berlusconi: i processi Ruby, Mediaset, Unipol e l’inchiesta sulla vicenda De Gregorio rattere ma è una brava persona. Quindi non ho nulla da dire sul governo se non augurarmi che lavori bene».
Dicono che sia voluto così dai falchi pdl per poter staccare la spina più facilmente.
«Ma guardi, non lo so. Non sono né falco, né colomba. Faccio l’avvocato e non ci sono questioni di giustizia sul tavolo».