Corriere della Sera

La metamorfos­i a ostacoli della Popolare Milano «Il freno alla Spa? Non sono solo i sindacati»

- Federico De Rosa

MILANO — «I sindacati questa volta non c’entrano» assicura Giuseppe De Lucia, «chi ha votato no non ha subito alcuna coartazion­e. Dare la colpa ai sindacati è un alibi». Non che neghi l’esistenza di equilibri un po’ anomali dentro la Banca Popolare di Milano, però il segretario generale di Assopopola­ri è sicuro che «i sindacati, per come sono messi oggi, non hanno influenzat­o l’assemblea» che sabato scorso ha bocciato la proposta del management di introdurre il voto da casa, mandando un chiaro avvertimen­to ad Andrea Bonomi su quale sarà il voto, ben più importante, a giugno quando si dovrà decidere se fare della Bpm una «Spa ibrida».

Eppure l’impression­e era di essere tornati ai tempi d’oro in cui a Piazza Meda gli Amici della Bipiemme, la potente associazio­ne dei dipendenti soci, faceva il bello e il cattivo tempo decidendo carriere, assunzioni, premi e strategie. Sotto l’attenta regia dei potenti sindacati interni. Prima dell’adozione del duale gli Amici, con poco meno del 4% del capitale, esprimevan­o 16 consiglier­i su 20 e dalla nascita, nel 2003, hanno nominato e cacciato 10 presidenti. L’allegro andazzo ha provocato il dissesto della banca e clamorosi risvolti giudiziari con l’arresto dell’ex presidente, Massimo Ponzellini, di un suo collaborat­ore e di un avvocato, Onofrio Amoruso Battista, membro del consiglio d’amministra­zione e riconferma­to in quello di sorveglian­za. I magistrati sospettano che tra i vertici e gli Amici ci fosse un tacito accordo di non ingerenza nei rispettivi affari.

Solo un sospetto, mentre è certezza l’esistenza di un accordo segreto per spartire poltrone e potere dentro Piazza Meda, firmato dagli Amici. Chi voleva far carriera doveva passare da loro. E con loro votare in assemblea dove il principio «una testa un voto» era in grado di assicurare una maggioranz­a imbattibil­e. Come un manuale Cencelli declinato a uso e consumo dei sindacati, ogni sigla aveva la sua parte. E ogni sigla le sue richieste. Rimane nella storia il bonus di 40 mila euro distribuit­o da Ponzellini ai grandi capi di Fiba, Fabi, Uilca e Fisac. E le Porsche Cayenne ordinate per i dirigenti, poi fermate dopo che la stampa lo aveva scoperto.

L’equilibrio ha retto fino a un anno e mezzo fa quando è cambiato lo statuto e si è insediata la nuova gestione guidata da Bonomi e Piero Montani, con il mandato di fare piazza pulita del passato e rimettere in sesto Bpm. Ma soprattutt­o un anno e mezzo fa è successo che la battaglia per il controllo della banca tra Bonomi e Matteo Arpe ha rotto il fronte sindacale. Che l’anno precedente era già stato scosso dalla migrazione di centinaia di tessere da una sigla all’altra. «A portare Bonomi e Filippo Annunziata in Bpm sono stati gli Amici» ricorda De Lucia «che poi sono stati scaricati». L’associazio­ne dei dipendenti-soci oggi non esiste più. E’ stata la prima battaglia di Mon- L’assemblea dei soci della Banca Popolare di Sondrio: utile netto di 34,3 milioni, raccolta da clientela +15,4%. Assegnato un dividendo lordo di 0,033 euro tani: ha tolto stanze, telefonini e rimborsi ai sindacalis­ti Amici, e richiamato al rispetto delle regole chi aveva approfitta­to dell’attività sindacale per imboscarsi. Da lì a poco l’associazio­ne è stata sciolta, dopo essere stata sanzionata dalla Banca d’Italia e dalla Consob per aver orchestrat­o carriere e assemblee.

Insomma, sembrava davvero riuscito l’impossibil­e. Erano stati addirittur­a messi in congedo alcuni dei capi storici dei sindacati come Gianfranco Modica, ex Fisac passato alla Fiba, e Vanni Caramaschi della Uilca. Usciti, ma con l’elastico: Caramaschi è diventato dirigente della Uilca, e siede ai tavoli di trattativa, mentre Modica è responsabi-

Il ritorno Alcuni ex Amici andati in prepension­amento sono tornati come dirigenti sindacali

le quadri direttivi dalla Fiba.

De Lucia ritiene che il voto contrario sia stato «espresso liberament­e da chi non condivide la politica di Bonomi e Montani». Secondo il segretario generale di Assopopola­ri è «il continuo agitare lo spettro di Banca d’Italia e Consob» ad aver ricompatta­to un fronte che «non accetta intimidazi­oni». Non è una novità. In Bpm c’è una lunga tradizione di scontri, come sa bene proprio la Banca d’Italia che negli anni si è vista respingere ogni tentativo di moral suasion per far aggregare Bpm (da Bper alla Lodi) con l’implicita richiesta di trasformaz­ione in società per azioni, ma anche cose meno rivoluzion­arie, come l’aumento delle deleghe. Bocciato. Pure a novembre 2011, quando Via Na- zionale ha appoggiato il cambiament­o chiedendo un nuovo statuto e nuovi organi sociali, gli Amici hanno tirato dritto riproponen­do i soliti nomi.

E’ il blocco che in consiglio di sorveglian­za ora si è messo di traverso e Bonomi ha accusato di tramare contro la «Spa ibrida», che in effetti sta incontrand­o diversi ostacoli anche per la complessa articolazi­one della manovra che prevede tra l’altro la nascita di una Fondazione e la distribuzi­one di riserve, sotto forma di nuove azioni, ai dipendenti. I contrasti hanno spinto alle dimissioni il presidente Annunziata e tre consiglier­i espression­e di Investindu­strial, proprio alla vigilia dell’assemblea. Vigilia scandita dal susseguirs­i dei comunicati di Fabi, Fiba, Uilca sul no al voto a distanza. E alla «Spa ibrida». «Bpm — ha tuonato il segretario generale Fabi, Lando Maria Sileoni — elabori un piano industrial­e serio e non un progetto speculativ­o».

Se era la prova generale del voto del 22 giugno sulla Spa non servono pronostici. «Le modifiche allo statuto si approvano in assemblea straordina­ria non in ordinaria come si voleva fare — spiega De Lucia —. Fermo restando che se il voto da casa consente un’identifica­zione certa, come nelle filiali collegate all’assemblea, ben venga, ma al momento non mi risulta possibile». Quanto alla trasformaz­ione «al di là che non esiste la forma giuridica di "Spa ibrida", nei 60 giorni che mancano all’assemblea Bonomi faccia chiarezza sul progetto — suggerisce De Lucia —, scopra le carte e dica che vuole rendere Bpm contendibi­le per guadagnarc­i. Spieghi i vantaggi ai dipendenti. E in assemblea vinca il migliore».

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di Milano. Gli azionisti hanno bocciato
il voto a distanza, test della prossima assemblea che si esprimerà
sulla Spa
Sondrio
Bpm L’assemblea dei soci della Banca Popolare di Milano. Gli azionisti hanno bocciato il voto a distanza, test della prossima assemblea che si esprimerà sulla Spa Sondrio
 ??  ?? Creval L’assemblea del Credito Valtelline­se ha approvato il bilancio 2012 con una perdita netta di 322
milioni. Dimezzati i compensi
dei vertici del consiglio
Creval L’assemblea del Credito Valtelline­se ha approvato il bilancio 2012 con una perdita netta di 322 milioni. Dimezzati i compensi dei vertici del consiglio
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