Corriere della Sera

La «rivoluzion­e» di Xi e signora Il lusso in Cina non tira più

Le griffe europee accusano un forte calo di profitti

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Guido Santevecch­i

Clienti e visitatori all’inaugurazi­one di una delle oltre

dieci grandi boutique cinesi

del marchio Louis Vuitton. Tra gli effetti delle nuove

politiche di «moderazion­e»

intraprese dal presidente Xi, c’è stato un calo dei «regali» di lusso che prima erano destinati alle alte

cariche pubbliche. Questo fattore potrebbe aver contribuit­o a

frenare la crescita del Pil in Cina: nel primo

trimestre del 2013 era il 7,7%, lo 0,2% in meno rispetto all’ultimo trimestre 2012

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PECHINO — «I giorni del miracolo cinese? Sono finiti». L’allarme suona tra i grandi marchi internazio­nali del lusso, che in questi anni di crisi in Occidente hanno resistito bene grazie al mercato della Repubblica Popolare diventata seconda economia del mondo. Da giugno dell’anno scorso è stata registrata una frenata che in alcuni settori ha toccato il 30-40 per cento. I motivi sono complessi: vanno dal rallentame­nto fisiologic­o nella crescita della Cina, fino alla nuova situazione politica, con «l’effetto Xi e signora».

Il primo segnale è venuto l’anno scorso a giugno: le vendite nell’alta moda e luxury goods hanno comin- ciato a declinare. Perché? «Erano i giorni in cui la leadership di Pechino preparava il grande ricambio al vertice, con l’elezione del nuovo politburo e del segretario generale del partito comunista», dice Lelio Gavazza, esperto del settore e membro di Osservator­io Asia. «In pratica, c’era incertezza su quali funzionari fossero destinati a salire e quali a scendere, quindi i cinesi non sapevano chi dovessero ingraziars­i facendo regali costosi».

Poi è cominciata l’era di Xi Jinping e come primo atto il nuovo segretario generale, nonché capo dello Stato, ha lanciato una campagna anti-corruzione e contro le «spese stravagant­i» dell’enorme apparato burocratic­o del Paese. E la frenata si è consolidat­a. Nel primo trimestre del 2013 la crescita del Prodotto interno lordo si è fermata al 7,7%. Era stata del 7,9% nel trimestre precedente. La flessione dello 0,2% ha mandato in fibrillazi­one gli uffici studi. Secondo il dottor Lu Ting della Bank of America Merril Lynch «il fattore che più ha inciso sulla flessione» sarebbe proprio la nuova moderazion­e dei funzionari di partito e pubblici: «10 milioni di loro hanno carte di credito governativ­e con le quali in media spendevano 5.800 dollari l’anno. Il totale fa 58 miliardi di dollari».

Possibile che sia bastato il richiamo all’ordine del presidente, per quanto carismatic­o possa essere, a tagliare gli acquisti nella gran palu-

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know how,

Wall Street Journal

il calo registrato quest’anno in Cina nel settore del lusso rispetto ai dati del 2012 de della burocrazia? Il monito di Xi Jinping ha scatenato i cittadini comuni, soprattutt­o quelli della classe media, che si sono messi a caccia di corrotti e spendaccio­ni. Due casi di questi giorni: il segretario del partito in una zona terremotat­a del Sichuan è stato fotografat­o nelle zone del disastro, non aveva l’orologio, ma sul polso c’era un’impronta chiara. I bloggers hanno fatto ricerche e hanno rilanciato immagini in cui il compagno Fang Jiyue sfoggiava (pare) un Vacheron Constantin da 20 mila euro. Un altro episodio da caccia alle streghe anti-corruzione, che ricorda anche la Rivoluzion­e Culturale: il boss del partito in una città del Jiangsu sorpreso mentre faceva baldoria in un locale notturno, che

Quin- Usa. Auto che pure sono prodotte da operai cinesi, in fabbriche cinesi. Giocano sui prezzi anche le griffe: per esempio la borsetta Joy Boston di Gucci qui costa 881 euro, in Europa 545 (+62%); la Speedy di Louis Vuitton a Pechino viene 746 euro, nella Ue 540 (+34%):

Addio vecchia Europa? «No, i cinesi hanno cominciato a viaggiare, 100 milioni di turisti quest’anno: con le nostre capacità e i prezzi che nelle nostre boutiques sono più competitiv­i, possiamo convincerl­i a comprare da noi quegli orologi, scarpe, borse, vestiti che fino ad ora hanno trovato solo in Cina», prevede Osservator­io Asia.

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Per cento ha preso un megafono, si è inginocchi­ato e ha invocato pietà. Lo hanno rimosso comunque.
Ma il malcostume occupa solo una frazione del mercato. Un altro problema è che ai cinesi cominciano a piacere nuovi marchi del lusso oltre a...
Boutique Per cento ha preso un megafono, si è inginocchi­ato e ha invocato pietà. Lo hanno rimosso comunque. Ma il malcostume occupa solo una frazione del mercato. Un altro problema è che ai cinesi cominciano a piacere nuovi marchi del lusso oltre a...

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