Corriere della Sera

Annega per aiutare gli otto compagni

Istruttore di un corso di sopravvive­nza travolto dalla piena del fiume Trebbia

- Claudio Del Frate

Gli hanno urlato «Tranquillo, ce la facciamo...» ma David non si è fermato. Si è immerso tra le rapide del Trebbia per raggiunger­e i compagni di escursione e in un amen il fiume se l’è portato via. Era sabato sera: il corpo di David Nyarwaya, 26 anni, fuggito dagli orrori del Ruanda con la famiglia per rifarsi una vita in Italia, è stato trovato solo ieri mattina 700 metri più a valle. David era istruttore in una scuola che organizza corsi di Sembrava una strada segnata dal destino: il ragazzo era sopravviss­uto a pericoli ben peggiori delle correnti del Trebbia. All’età di sette anni lui e la sua famiglia erano dovuti fuggire dal Ruanda insanguina­to dalla guerra civile. Per David, figlio di un funzionari­o governativ­o, non ci sarebbe stato scampo. Avevano tutti trovato accoglienz­a in Italia grazie a una volontaria di Crema che lavorava in Africa e qui la famiglia Nyarwaya si era perfetta-

David Nyarwaya, 26 anni: la foto tratta dal suo profilo Facebook lo ritrae durante un’esercitazi­one proprio sul Trebbia gnativo che affianca il Trebbia costringen­do a guadarlo in più punti. Pioveva da oltre 24 ore e il corso d’acqua si era ingrossato parecchio. Raccontano i testimoni che David era rimasto un po’ indietro e isolato sulla sponda destra del fiume, tutti gli altri erano dalla parte opposta. Erano circa le 19.30; secondo testimonia­nze raccolte dai soccorrito­ri (vigili del fuoco, soccorso alpino e volontari della Protezione civile) il giovane africano si sarebbe offerto di mostrare ai compagni un punto sicuro per attraversa­re il fiume e riportare tutti a valle; per quella ragione si è avventurat­o nella corrente che stava rapidament­e salendo di livello e aumentando di velocità.

I compagni hanno visto David per l’ultima volta al centro del Trebbia con l’acqua che gli arrivava al busto. «Poi deve essere scivolato su un sasso ed è scomparso» riferirà più tardi, attonito, uno dei suoi amici. Le operazioni di soccorso non s ono s t a t e per null a f a c i l i : l’oscurità incombeva e il Trebbia scorre spesso in quel tratto diversi metri sotto il livello della strada, formando gole irraggiung­ibili. Alle 22.30 di sabato le ricerche sono state sospese, dopo che gli otto escursioni­sti erano stati riportati a Bobbio sani e salvi. Ieri mattina il corpo del disperso è stato avvistato su una piccola spiaggia; l’ha visto un pompiere con un binocolo, tutti gli altri hanno domandato «Si muove...?» ma la risposta è stata solo uno sconsolato no con la testa.

Le condizioni meteorolog­iche sabato avrebbero sconsiglia­to un’avventura di quel genere ma ieri c’era chi attribuiva la disgrazia all’apertura dello sbarrament­o di Brugneto, al-

L’amico «Era lì in mezzo con l’acqua alla vita, poi deve essere scivolato ed è scomparso»

cuni chilometri a monte di Berlina provocando una piena violenta e imprevista. I carabinier­i di Bobbio ritengono però il fatto improbabil­e: l’invaso viene sempre aperto in caso di piogge prolungate, lo era anche sabato, ma all’ora dell’incidente il livello del Trebbia era ancora sotto il livello di guardia.

(ha collaborat­o Antonio Guerini)

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La comitiva che sabato aveva raggiunto Bobbio, nell’alta valle del Trebbia era composta da nove persone: oltre a David c’erano altri sei istruttori della Survival Academy e due amici, a loro volta esperti di corsi di sopravvive­nza....
mente integrata. La comitiva che sabato aveva raggiunto Bobbio, nell’alta valle del Trebbia era composta da nove persone: oltre a David c’erano altri sei istruttori della Survival Academy e due amici, a loro volta esperti di corsi di sopravvive­nza....

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