Fiction e saggi: due anime, anzi una
Spesso gli sono state attribuite due anime, l’una di narratore e l’altra di saggista. Eppure è difficile pensare che in Alessandro Piperno — come in autori da lui amati, a cominciare da Proust — tali aspetti siano scissi e non invece l’uno nutrimento dell’altro, come mostrano proprio i suoi Pubblici infortuni, dal 30 aprile in libreria per le Libellule Mondadori (pp. 150, € 12).
Classe 1972, docente di letteratura francese a Roma Tor Vergata, sorprende nel 2005 con un esordio narrativo subito bestseller, il romanzo Con le peggiori intenzioni (Mondadori), in cui erompono i temi della sua narrativa: la borghesia in declino, l’eredità mancata di spregiudicatezza della generazione di nonno Bepy Sonnino, l’identità ebraica, l’inquietudine dei giovani come il nipote Daniel. E insieme lo sguardo ironico, lo stile alto ma scanzonato, il realismo in cui i personaggi sono sbalzati.
È la prima delle saghe familiari di Piperno, premiata con il Campiello Opera Prima e con il Premio Viareggio, cui seguirà dal 2010 un progetto anche più complesso: il dittico Il fuoco amico dei ricordi, composto da Persecuzione (Mondadori, 2010), insignito in Francia del Prix du Meilleur livre
Alessandro Piperno: è nato nel 1972 étranger 2011, e Inseparabili (Mondadori), del 2012, vincitore del Premio Strega.
Qui il realismo della saga familiare, stavolta quella dei Pontecorvo — la felicità interrotta di Leo, accusato innocente di molestie, e dei figli Filippo e Samuel — è anche il tramite di un’abile mutazione strutturale e il realismo si mostra nel dittico in due aspetti, l’epopea vivida di Persecuzione e l’introspezione intimista di Inseparabili. Una teoria del romanzo incarnata. Così l’intellettuale, autore di saggi come Proust antiebreo ( Fr a nco Angeli, 2000) e Il demone reazionario. Sulle tracce del «Baudelaire» di Sartre (Gaffi, 2007) si mostra saldamente unito al romanziere. Nel dittico e appunto nei testi letterari e intimi, ma pubblici e critici insieme, del nuovo libro.