Corriere della Sera

Zero tra amarcord e critiche ai politici

- Sandra Cesarale

ROMA — A 62 anni Renato Zero racconta la sua storia, anche per celebrarsi. «Se il Presidente della Repubblica non mi ha fatto Cavaliere del lavoro, facesse Cavaliere almeno queste mie canzoni», grida ai 7.000 sorcini che l’altra sera affollavan­o il palazzetto della Capitale, dove ha aperto il nuovo tour (a tre anni dall’ultimo cd): 15 date al Palalottom­atica, ora PalaZero. 90 mila i biglietti venduti e non si escludono altri concerti.

La potenza del suono è affidata a un’orchestra di 34 elementi, gli Amorini, guidata da Renato Serio, e a una band elettrica. Sono tutti vestiti di bianco, anche i 12 ballerini circondano il padrone di casa sul palco immacolato, sovrastato da uno specchio incornicia­to dalle luci che si trasforma in un megascherm­o. Zero canta, balla, si trasforma in un dj (solo in video per una «Madame» dance) e non risparmia critiche a Berlusconi: «’Sti fanfaroni, c’hanno le reti televisive, sono editori... Ma metteteci la gente che ha bisogno di lavora’ in Parlamento!». Cambia abito a ogni canzone (30 in più di tre ore). Ma, per quanto luccicanti e di alta sartoria, mancano di creatività se paragonati ai vecchi costumi che ora sono esposti in una sala del palazzetto in vetrocemen­to.

L’apertura e la chiusura della serata sono affidati alla voce fuoricampo di un ragazzino che invita il pubblico a non abbandonar­e i propri sogni. Arriva la musica e, dopo il collage iniziale di canzoni celebri — da «La favola mia» a «Più su» — Zero si destreggia fra le canzoni del nuovo «Amo», e brani meno noti della sua produzione come «L’italiana» (con le immagini del Tricolore). La scelta penalizza la prima parte del concerto, con pochi sussulti. Uno su tutti: «Lu», dedicata a Lucio Dalla. Più divertente il secondo tempo, con il pubblico in piedi che canta «Morire qui», «Baratto», « T r i a ngol o » e « Mi v e ndo » . «Un’apertura d’ali» di Giancarlo Bigazzi viene proposta solo attraverso il video girato da Alessandro D’Alatri nel carcere femminile di Latina. Di nuovo Zero ricorda gli amici che non ci sono più con «Il carrozzone», mentre sullo schermo scorrono i nomi anche di Jannacci, Mia Martini, Mariangela Melato, Dalla, Pavarotti «e di tutti gli altri che non hanno permesso al silenzio di vivere».

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