Doppio Pazzini, il Milan si tiene stretto il terzo posto
I rossoneri rimontano con grinta due volte il Catania
MILANO — Forse impaurito dal netto successo di Marassi, il Milan ha risposto in maniera confusa alla Fiorentina, piegando il Catania per 4-2 dopo essere finito per due volte in svantaggio: rete di Legrottaglie pareggiata da Flamini, pallonetto di Bergessio prima della doppietta di Pazzini (con proteste ospiti in occasione della seconda rete del Pazzo per un fallo su Gomez) e del definitivo rigore firmato dal redivivo Balotelli. Nel conto aggiungiamo pure una traversa centrata da Boateng sullo 0-1 ma non va ignorato che Bergessio si è mangiato il clamoroso 3-3 a dimostrazione di una sfida caotica in cui (eufemismo) le difese non hanno brillato. Resta il fatto che il primo assalto viola al terzo posto è stato in qualche modo respinto dalla contraerea rossonera ma quanti errori e quanti brividi!
Al di là della partita vera e propria è stato anche interessante chiarire da che parte tira la curva rossonera, che da sempre è quella che conduce le danze del tifo a San Siro (a proposito: censura per certi spiacevoli cori aventi per oggetto l’infortunio del capitano interista Javier Zanetti), e non c’è voluto molto per comprendere che le velenose esternazioni private di Silvio Berlusconi nei confronti del suo allenatore non hanno raccolto un alto gradimento. «Più rispetto per il nostro mister Allegri» ammoniva uno striscione messo in bella vista all’inizio della sfida. Apparentemente impassibile, il tecnico livornese ha presentato un Milan d’attacco, una squadra capace di giocare con il coltello tra i denti sotto la pioggia martellante, anche se l’improvvisa rete di Legrottaglie alla mezz’ora ha rischiato di mandare tutto a catafascio. Si è trattato di un classico dell’orrore rossonero: punizione (di Lodi) e capocciata dello stopper predicatore che coglieva di sorpresa le belle statuine della retroguardia milanista. Ormai si è perso il conto dei gol incassati dagli Allegri’s sulle cosiddette palle inattive.
Il pareggio di Flamini (assist di petto di Boateng), terza rete in tre partite consecutive, poneva correttamente fine a
Flamini inarrestabile Per Flamini la rete del pareggio è la terza consecutiva in tre partite
una situazione imbarazzante. La pressione rossonera aveva infatti raggiunto picchi impensabili (e nel conto c’era pure una traversa centrata di netto da Boateng), con gli ospiti a difendersi seguendo un unico filo conduttore: quello del catenaccio. Si sarebbe potuto fare ricorso a tutta l’epica del calcio in questi casi rispolverando gli assalti del Settimo Cavalleggeri o l’assedio di Forte Apache e altre amenità del genere. Per essere un esordiente in serie A, Frison, il venticinquenne portiere chiamato a sostituire Andujar, se la cavava più che dignitosamente allungando i suoi tentacoli ovunque spuntasse qualcosa di simile a un oggetto sferico.
La musica proseguiva nella ripresa: tambureggiamento milanista sull’intero fronte offensivo, squilli di tromba ma l’effetto di tutta questa caciara era il rischio di finire infilzati in contropiede come puntualmente capitava quando Barrientos coglieva scoperta la linea difensiva milanista consentendo così a Bergessio di firmare il raddoppio con un artistico pallonetto.
Colpiti in maniera così brutale, i rossoneri davano vita a una nuova fase dell’incontro, più anarchica, meno organizzata, aggrappata soprattutto ai nervi, esaltando le qualità di
Difesa ferma Legrottaglie coglie di sorpresa la difesa di Allegri su palla inattiva
grande opportunista di Pazzini (entrato al posto di Nocerino dopo la rete ospite) il quale piazzava la doppietta del sorpasso in tre minuti (29’ e 32’). Saltata di fatto ogni logica, il Catania prima sprecava il 3-3 (Bergessio di testa sfiorava la traversa) e poi si autoaffondava in maniera definitiva quando Izco agganciava Balotelli in area, consentendo a Supermario di lasciare il suo imprimatur sulla sfida con l’ennesimo calcio di rigore battuto in maniera chirurgica.