Lazio fantasma Sogna l’europa ma il ritmo è da B
Continua il 2013 orribile di Petko
Due mezzi brividi nell’ultimo minuto di recupero. Due gol in fuorigioco chiaro (Paletta per il Parma e Kozak per la Lazio) visti dai guardalinee e annullati dopo 95 minuti pallidi e noiosi. L’immagine — e il pareggio senza reti — che lo specchio della gara di ieri al Tardini rimanda al campionato conferma solamente l’involuzione grave di due formazioni che da troppe settimane navigano a vista e non riescono più a vincere. L’ultimo successo, per entrambe, un mese fa, il 30 marzo: 2-1 contro il Catania per la Lazio, 3-0 contro il Pescara per il Parma.
Crisi allarmante soprattutto per i biancocelesti, protagonisti di un girone di ritorno catastrofico e forse irrimediabilmente lontani anche da un posto per l’Europa «minore» (meno 3 dalla Roma quinta, meno 2 dall’Udinese sesta e meno 1 dall’Inter settima). Buttato all’aria il campionato, il premio di consolazione rimane la finale di Coppa Italia contro la Roma fra quattro domeniche. La peggiore delle sfide, peraltro. Per tanti motivi. Da gennaio a oggi la Lazio ha tenuto una media da retrocessione: 13 punti in 15 partite, appena 3 vittorie (tutte in casa, contro Atalanta, Pescara e Catania, nessuna in trasferta) a fronte di 4 pareggi e ben 8 sconfitte. Un 2013 da incubo, se si pensa che la squadra di Petkovic chiuse il girone d’andata con 39 punti, al secondo posto dietro alla Juventus, esaltata dal miraggio di Il laziale Konko in un contrasto. La Lazio nel 2013 ha conquistato solo 3 vittorie, 4 i pari e ben 8 le sconfitte traguardi prestigiosi poi sbriciolatisi malamente.
La Lazio continua a pagare tante cose. Compreso l’inadeguato rendimento di due pilastri come Klose e Hernanes, a nc he i e r i de l udenti c o me gran parte dei compagni, e di una difesa sempre più stanca e sempre più in emergenza (domenica contro il Bologna mancherà Biava, espulso ieri per doppia ammonizione, e forse pure Radu). Difficile così per Petkovic trovare soluzioni efficaci per uscire dalla crisi in queste ultime giornate. Il Parma, da parte sua, comodo in una posizione di classifica che non gli crea angoscia, si avvia a chiudere mestamente la stagione. Ieri non ha saputo solleticare a dovere la vena di Amauri, che da solo ha fatto venire i brividi a Biava e Marchetti (notevole la girata di testa dopo due minuti e respinta miracolosa del portiere laziale, e velenosa la conclusione con cui ha sfiorato il gol 60 secondi dopo l’inizio della ripresa).
Nemmeno i cambi hanno prodotto cambiamenti sostanziali. Ma nel secondo tempo la Lazio ha dato almeno l’impressione di provarci e di essere meno intimorita. Se però l’alternativa a Klose si chiama Kozak, c’è poco da sperare. Il giovanotto ceco è stato capace di divorarsi in un quarto d’ora un gol tutto solo davanti a Mirante e un tap-in a porta vuota su cross di Candreva. I due mezzi brividi nel recupero non potevano aggiungere sapore alla sfida: netto il fuorigioco di Paletta al 49’, molto meno facile da individuare, invece, quello di Kozak un minuto più tardi. Doppio bravo, quindi, al guardalinee.