Per le strade di Oslo sulla Nissan Leaf Il ministro dell’ambiente «È un bene per tutti»
OSLO (Norvegia) — In Norvegia, l’auto elettrica non paga l’Iva (al 25 per cento): è così che una Nissan Leaf costa meno di una Qashqai. Ma se da queste parti proprio la Leaf è quel fenomeno che è (4.100 esemplari venduti in un anno e mezzo; sesto posto in classifica nel primo trimestre dell’anno) lo si deve anche ai robusti «incentivi» di cui parla Ola Elvestuen, assessore ai Trasporti e all’Ambiente (si noti lo spettacolare tandem delle deleghe: da noi sarebbe come accostare il diavolo all’acqua santa) di Oslo: «Chi guida un’auto elettrica parcheggia gratis ovunque, entra sempre nelle zone a traffico limitato, accede liberamente alle corsie preferenziali e ricarica le batterie senza spendere una corona». Privilegi che fanno della Norvegia lo Stato a più alta densità di veicoli elettrici del mondo. Certo, sarà anche il senso civico. Non c’è motivo di contraddire Bard Vegar Solhhell, ministro dell’Ambiente, quando spiega che «l’acquisto di un’auto elettrica è sentito dai norvegesi come un investimento per tutti: meno rumore, inquinamento, emissioni. Un bene per la comunità». Sta di fatto che coscienza e convenienza cooperano. Sono le due mani che si lavano a vicenda, e insieme tengono pulita la faccia del regno. In quale altro luogo, dunque, poteva essere lanciata la nuova generazione della prima cinque posti con la spina costruita in grande serie? Distinguere a colpo d’occhio la «Leaf 2.0» dalla prima è un esercizio degno del «Trova le differenze» della Settimana enigmistica. La calandra, gli aerodinamici cerchi in lega di 17 pollici: tutto lì. I cambiamenti (un centinaio, dicono) hanno a che fare con la polpa. Alcuni sono stati suggeriti dai clienti: l’interno bianco sostituito con (meno eccentrici) rivestimenti scuri e in pelle; la nicchia di ricarica illuminata; il cavo con il blocco antifurto. Il bagagliaio è più grande perché inverter e caricabatteria, prima nel baule, sono stati integrati nel motore: dietro ci sono 40 litri in più (e si arriva a 370). Ma il vero salto generazionale è nell’autonomia, che passa da 175 a 199 km. Il sistema ha ancora la potenza di 109 cv (80 kW), ma è più efficiente. Il riscaldamento, per esempio, assorbe il 70 per cento in meno di energia grazie alla pompa di calore. Altro passo in avanti, il taglio dei tempi di ricarica. Con il sistema a 32 Ampère il «pieno» si fa in quattro ore, contro le otto della ricarica a 16 Ampère e le 12 di quella a 10 Ampère. Costruita a Sunderland (Inghilterra), la Leaf è anche più in sintonia con la clientela europea: più spazio (merito dei nuovi sedili anteriori); diversa taratura degli ammortizzatori (meno soft) e del servosterzo (meno leggero). Alle modalità di guida D ( drive) ed Eco si è aggiunta la B, che sta per brake (freno) e accentua l’effetto frenante per intensificare la rigenerazione dell’energia. Uno dei punti critici del mercato, al di fuori della Norvegia, è il costo? Nissan abbassa la soglia con la batteria a noleggio. Il listino va da 30.690 euro (o 24.790, affittando la batteria) a 36.090 euro (o 30.190). Il canone mensile dipende dal chilometraggio annuo: da 79 euro al mese per 12.500 km a 122 euro per 25mila chilometri.