Scorte e tutela armata per tutti i nuovi ministri dopo gli spari di Roma
Allargata la zona rossa. Metal detector portatili all’accesso delle piazze
L’ agguato
ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi ha lasciato il segno: con il rafforzamento delle misure di sicurezza c’è il ripristino e in qualche caso la rimodulazione delle scorte e delle tutele personali. Entro la settimana il ministro Alfano dovrebbe convocare il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per affrontare la questione. Restano molti misteri sulla confessione di Luigi Preiti: il ritrovamento nella sua borsa di una punta di trapano che smentirebbe l’acquisto di una pistola già «punzonata» e una mappa di Roma.
Il volto di Luigi Preiti dopo la sparatoria: i carabinieri lo hanno appena fermato delle protezioni in alcuni casi già rinforzate domenica scorsa appena appresa la notizia degli spari davanti Palazzo Chigi.
Fra i diretti interessati c’è chi ne avrebbe voluto fare a meno, ma vista l’attuale situazione non sono state ammesse deroghe. D’altra parte «i sistemi di tutela non sono un capriccio», ha sottolineato il ministro della Difesa Mario Mauro. Rimarranno — e non si esclude vengano potenziate — le 25 scorte di primo livello e le circa 80 di secondo, che rappresentano un quinto delle oltre 500 protezioni personali operative sopravvissute agli ultimi tagli. Quelle di terzo e quarto livello — più di 400 — saranno oggetto di verifica e potrebbero subire, a seconda dei casi, delle modifiche.
L’attenzione è massima, nessuno vuole correre rischi. Anche perché si teme che qualcuno possa emulare il manovale calabrese. A confermarlo ci sono le scritte a firma anarchica a favore del quarantenne di Rosarno scoperte a Roma davanti al liceo Mamiani («Prieti — cognome sbagliato ndr — ha perso il lavoro, c’è chi perde di più», «Morte allo Stato», «Più sbirri morti»), e a Padova alle spalle dell’università («Luigi Preiti sei uno di noi, pagherete caro»), insieme con le numerose email inviate da indirizzi fantasma — in alcuni casi usando un server californiano — a decine di giornalisti e politici (fra loro l’ex presidente del Senato e ora capogruppo dei senatori Pdl Renato Schifani) con lo stesso testo ispirato a una canzone di Vasco Rossi: «Gli spari sopra sono per voi!». Polizia e carabinieri indagano, come anche sulle minacce ricevute, sempre per posta elettronica, da alcuni consiglieri comunali di Frosinone. Ma in questo caso il riferimento è alla possibilità dell’uso delle armi. Come a Roma.