Corriere della Sera

L’esempio della mozione di Brunetta e Baretta

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MILANO — Enrico Letta l’ha usata come esempio di quell’intesa sulle riforme tanto auspicata nel suo discorso: «Questo Parlamento ha già dimostrato di poter trovare intese per dare all’Europa un contributo italiano innovativo. Questo è avvenuto nel sostegno all’azione europea del governo Monti e nell’elaborazio­ne di posizioni comuni come quella elaborata dai colleghi Baretta, Brunetta e Occhiuto in vista del Consiglio europeo del giugno scorso. Da quelle premesse politiche ripartirem­o». Si tratta di una mozione approvata il 6 giugno 2012 a maggioranz­a dalla Camera. E che nasconde una storia. Inizialmen­te, in vista del vertice europeo, erano state elaborate due posizioni: una del Pd e un’altra del Pdl. Fu proprio Enrico Letta a spingere per realizzarn­e una sola, chiedendo di non andare al Consiglio europeo con la rappresent­azione plastica di uno strappo. Ne nacque questa mozione di mediazione ad opera di Renato Brunetta, Pier Paolo Baretta e Roberto Occhiuto. Il contenuto? Lo ricorda Baretta: «Era una richiesta al governo italiano di aprire un negoziato con la Unione europea sui criteri di gestione del rientro dei vincoli. Tradotto: un primo passo per il superament­o della cosiddetta politica del rigore, pur invocando la riconferma del pareggio di bilancio. Quello di cui parliamo oggi... Alla fine passò a maggioranz­a».

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