Stop all’imu da giugno e una Costituzione nuova: un piano «di legislatura»
Programma ambizioso, 10 miliardi da tagliare
di alla gente». Gli applausi più convinti in questo caso arrivano dai banchi del Pdl.
E se la situazione nelle carceri è «intollerabile» e richiede interventi radicali, anche la lotta alla corruzione e l’intero settore della giustizia sono da considerare priorità dell’esecutivo. Da modificare in modo incisivo poi l’attuale sistema di ammortizzatori sociali: «Dobbiamo rilanciare il welfare tradizionale europeo, il nostro modello non basta più, deve essere più univer- salistico e meno corporativo migliorando gli ammortizzatori sociali, estendendoli ai precari». Ma «si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli piccoli». Il tutto dentro «una politica industriale» più «moderna», con al centro le piccole e medie imprese italiane, i loro distretti, di cui Letta è profondo conoscitore.
A 18 mesi da oggi, aggiunge, verrà fatta una verifica sulle riforme istituzionali, sul lavoro della Convenzione da istituire: l’auspicio è che participi anche l’opposizione, e se ci saranno dubbi, o veti, dice che ne prenderà atto e si dimetterà. È il principale timing del discorso, insieme all’elenco di alcune priorità. Ma prima di allora per esempio potrebbe cambiare l’attitudine allo sport degli italiani, «fin dalle scuole elementari», cosa per la quale servirebbe «un piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale».
Insieme a queste promesse, ne vengono formulate altre, non meno importanti: «il sistema» di finanziamento pubblico dei partici «va rivoluzionato», partendo dalla abolizione della legge in vigore. Il governo introdurrà «misure di controllo e di sanzioni anche sui gruppi regionali».
E poi ovviamente c’è la riforma della legge elettorale che serve «anche per restituire legittimità» alla politica. «Sono certo che le forze politiche saranno in grado di trovare ottime soluzioni, e migliore della legge attuale sarebbe almeno il ripristino della legge elettorale precedente».
Su tutto e prima di tutto il governo dovrà affrontare due punti: crescita e lavoro. Rilanciare la prima, dice Letta, «senza compromettere il risanamento», con la consapevolezza che «di solo risanamento l’Italia muore». «Dopo più di un decennio senza crescita le politiche per la ripresa non possono più attendere. Semplicemente: non c’è più tempo. Tanti cittadini e troppe famiglie sono in preda alla disperazione e allo scoramento». Un abbozzo di agenda: «Aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato, con defiscalizzazioni o con sostegni ai lavoratori con bassi salari, in una politica generale di riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale. Semplificheremo e rafforzeremo l’apprendistato, che ha dato buoni risultati in Paesi vicini».
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