Corriere della Sera

Il primo tour del premier: Berlino, Parigi e Bruxelles

Oggi vertice con la cancellier­a Merkel «Subito un segnale a favore dell’ue»

- M. Gal.

ROMA — Berlino, poi Parigi e infine Bruxelles. Esattament­e come fece Mario Monti. Presentars­i, discutere con i nuovi partner, ma anche segnare un confine netto e preciso, «dare subito segno che il nostro Paese è europeista».

Tre capitali per un tour in qualche modo obbligato. Oggi pomeriggio confronto, poi conferenza stampa congiunta, infine cena di lavoro con la cancellier­a Angela Merkel. Di risanament­o economico l’Italia sta morendo, ha detto Letta a Montecitor­io; un allarme condiviso anche da una fetta del sistema economico tedesco. Di certo sarà argomento di confronto con colei che rappresent­a il simbolo del ri- gore e dell’austerity, imposta a tutti i Paesi europei che hanno squilibri di bilancio e debiti pubblici elevati.

Nel programma annunciato in Parlamento dal presidente del Consiglio si intravede una corposa variazione delle misure fiscali e di budget: dovranno essere a saldo invariato o Letta ha intenzione di lottare per un allentamen­to dei vincoli imposti dal Consiglio europeo, dove di solito la linea di Berlino si impone come maggiorita­ria, insieme ai Paesi del Nord Europa?

Letta ieri ha precisato che tutto avverrà «entro i vincoli europei», ma è noto che questi possono essere più o meno flessibili, a seconda della situazione contabile del Paese sotto osser-

La cancellier­a tedesca Angela Merkel, 58, sarà la prima leader europea a ricevere il premier Letta, che poi vedrà Hollande, Van Rompuy e Barroso vazione. Un discorso che proseguirà il giorno dopo, il primo maggio, all’Eliseo, con il presidente francese Hollande, che potrebbe avere più di un motivo per appoggiare le richieste italiane di un allentamen­to del rigore deciso in sede comunitari­a. E non è un caso che il breve tour europeo del neopreside­nte del Consiglio si concluda e non inizi a Bruxelles.

Nella capitale belga il capo del governo italiano vedrà sia Van Rompuy che Barroso, con il presidente del Consiglio e quello della Commission­e discuterà degli spiragli che esistono per l’economia italiana dopo averne discusso con gli azionisti di maggioranz­a, se così si può dire, dell’Unione. Di certo Letta dovrà dire come intende coprire eventuali minori entrate, dove eventualme­nte andrà a tagliare la spesa pubblica, illustrand­o probabilme­nte più di quanto emerso ieri in sede parlamenta­re.

Per i nostri interlocut­ori europei il nuovo governo di Roma sarà anche una novità: il volto giovane di Letta rappresent­erà fonte di curiosità, porterà con sé la novità delle larghe intese di marca italiana; un metodo che in Germania e Olanda, e in tanti altri Paesi della Ue, può costituire sempliceme­nte una strada obbligata dall’esito di elezioni senza vincitori, ma che in Italia rappresent­a molto di più.

Dopo anni di scontri italiani «esportati» nei palazzi della Ue e nelle Cancelleri­e comunitari­e il presidente del Consiglio presenterà il volto inedito di un’Italia che ha destra e sinistra nello stesso esecutivo, nell’interesse prevalente del Paese. Di certo non saranno poche le domande, e lo stupore, degli interlocut­ori di Enrico Letta.

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