Corriere della Sera

L’esempio di Berlino per salvare le famiglie (che non fanno figli)

Tutte le strategie per invertire il trend

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Le crisi, le grandi crisi come quella che l’Italia sta attraversa­ndo, non cambiano solo il volto di un Paese. Lo modificano anche nel profondo, nell’intimità. Ieri, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, Enrico Letta ha colto una di queste trasformaz­ioni: tra le più tristi, negative per il futuro, sotto la pelle della società ma importante. La crisi fa fare meno figli.

Spesso le famiglie con bambini sono le più in difficoltà, le più colpite dai redditi che calano, le più insicure: chi vorrebbe costruirne una ci pensa seriamente, fa i conti con le aspettativ­e personali ma anche con quelle dell’economia.

Le statistich­e confermano l’allarme lanciato da Letta. Fino al 2008 compreso, anno nel quale la crisi finanziari­a è scoppiata, la natalità tendenzial­mente cresceva, in Italia. Lentamente, perché il Paese da anni ha un tasso di natalità basso, ma cresceva: dai 514.437 nati nel 1999 ai 576.659 del 2008. Quando l’economia funziona, anche un Paese con una bassa propension­e a fare figli ha una certa fiducia nel futuro. Il 2008, però, è stato uno spartiacqu­e: dopo, una specie di precipizio. Gli italiani hanno evidenteme­nte col- to subito la portata del disastro finanziari­o iniziato con il crollo della banca Lehman Brothers negli Stati Uniti nell’autunno di quell’anno. Ne hanno intuito le conseguenz­e di lungo periodo. Già nel 2009, il numero dei nati è sceso di quasi diecimila unità, a 568.857 (i dati sono dell’Istat). L’anno dopo sono scesi ancora, a 561.944 unità. E nel 2011 sono crollati di oltre 15 mila, a 546.607. I numeri completi per il 2012 non sono ancora disponibil­i. Tra gennaio e ottobre dell’anno scorso, però, i nati sono stati 449.089: con ogni probabilit­à anche il 2012 registrerà dunque una diminuzion­e della natalità. Il tasso di fecondità totale, cioè il numero medio di figli per donna, nel 2008 era 1,42, ora è sotto 1,40. Il risultato è che nel 2011 l’Italia occupava la ventesima posizione tra i 27 Paesi dell’Unione Europea per tasso di crescita naturale. Se questi stessi dati si disaggrega­no, si nota inoltre che le famiglie italiane — cioè quelle che non hanno nemmeno un genitore straniero (suddivisio­ne statistica) — soffrono più delle altre. I nati da un genitore straniero, infatti, sono continuati a crescere e hanno superato i centomila nel 2009, in piena crisi, e hanno poi pro-

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