Tecnologia e ricerca per lo «sviluppo verde»
on c’è un passaggio dedicato all’ambiente nel discorso del nuovo premier. Non nel senso più antico e tradizionale del termine, perlomeno. Enrico Letta guarda all’ambiente come ai beni culturali, ovvero come ad una risorsa preziosa per la rinascita del nostro Paese, che non può rimanere isolato da un contesto fatto di nuove tecnologie, impegno nella ricerca, investimenti, strumenti di incentivazione nuovi e selezionati.
Non a caso nel discorso alla Camera il presidente del Consiglio ha parlato di «sviluppo verde» e lo ha accostato ad altre fondamentali tappe della rinascita italiana, a partire dall’agenda digitale, passando per le nanotecnologie, l’aerospaziale, il biomedicale. Con una visione che ha dimostrato di andare oltre. E certamente ben oltre gli angusti confini dell’Italia.
Perché anche quando parla di ambiente, Enrico Letta sembra voler tenere fede alla sua visione europeista ed ecco che disegna quindi scenari di processi di integrazione energetica con i mercati geografici dei Paesi europei confinanti.
Già: se si parla di ambiente bisogna per forza fare i conti con l’energia. E quando parla di energia, il presidente del Consiglio adopera al meglio il bagaglio di conoscenze della sua generazione 2.0, ipotizzando la trasformazione del nostro Paese in un hub, non senza aver prima auspicato il completamento del market coupling per l’energia elettrica.
Non sono parolacce. Enrico Letta ha voluto semplicemente dire che per voler bene all’ambiente della nostra verde Italia si devono ottimizzare le risorse energetiche e anche quelle del gas, in una filiera produttiva che ci veda snodo importante di un sistema di reti europee.
Non ha dimenticato le fonti rinnovabili Enrico Letta, nel suo discorso. Anzi. Le ha contestualizzate, anche loro. Inquadrate nell’ottica di un’efficienza energetica e ha auspicato per queste la selettività degli strumenti esistenti di incentivazione.
Insomma è un quadro di respiro ampio, europeo, decisamente tecnologico. Enrico Letta ha tracciato le linee di una filosofia nuova e rinnovata per il nostro ambiente, e si è concesso di entrare soltanto in un dettaglio, ma certamente significativo. Un monito, più che altro: «È chiaro — afferma — che episodi come quelli dell’Ilva di Taranto non sono più tollerabili».