Corriere della Sera

Manifestaz­ione a Rosarno: «Non c’è lavoro per nessuno»

- Ca. Ma.

REGGIO CALABRIA — Un centinaio di disoccupat­i di Rosarno, il paese di cui è originario Luigi Preiti, il muratore che ha ferito i due carabinier­i davanti a Palazzo Chigi, hanno protestato davanti alla sede del Comune per chiedere interventi a loro sostegno. I manifestan­ti, tra i quali molte donne, hanno scandito slogan citando Preiti e i problemi legati alla mancanza di lavoro, che hanno provocato la sua reazione di domenica nel giorno del giuramento del nuovo governo. «Chiediamo lavoro e pace sociale, che sono l’unico antidoto alla disperazio­ne e alla violenza», hanno gridato. Una delegazion­e è stata ricevuta dal sindaco, Elisabetta Tripodi, che ha spiegato come «il Comune, nonostante mille difficoltà, abbia cercato e cerchi di fare qualcosa, ma il problema della disoccupaz­ione deve coinvolger­e principalm­ente altri livelli istituzion­ali». In paese c’è sconcerto. «Luigi è una brava persona, ha sempre lavorato e non ha mai avuto problemi con nessuno», si sente ripetere. Nessuno riesce a farsi una ragione di quello che è successo. Tuttavia c’è una sorta di comprensio­ne. Alcuni partecipan­ti al sit-in di ieri mattina hanno commentato: «Ha sbagliato a prendersel­a con quei due poveri carabinier­i, ma qui non abbiamo risposte. I nostri figli non hanno da mangiare e non c’è lavoro per nessuno». Accuse pesanti sono state rivolte soprattutt­o nei confronti della politica. Nel pomeriggio il sindaco ha incontrato i genitori dell’attentator­e, Michelange­lo Preiti e Polsina Lucà, nella loro abitazione di Rosarno (nella foto), esprimendo «sostegno e conforto».

ROMA — I primi metal detector portatili sono apparsi ieri mattina nelle mani degli addetti alla sicurezza e d’ora in poi controllar­e i cittadini ai varchi d’accesso per Palazzo Chigi e Montecitor­io diventerà routine. L’agguato ai carabinier­i di guardia a piazza Colonna ha lasciato il segno: già per il voto di fiducia al governo Letta — ma lo sarà anche oggi — è scattata la chiusura di tutta la zona attorno a i pal a z z i del l a pol i t i c a . Un’area di rispetto che, al suo massimo, contempla anche il blocco del traffico in via del Corso e largo Chigi. Una delle misure — insieme con il raddoppia-

Mario Mauro «I sistemi di tutela non sono un capriccio», ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro

mento del personale impegnato nelle vigilanze di sedi istituzion­ali, politiche e diplomatic­he — decise subito dopo il ferimento dei due militari dell’Arma e l’arresto di Luigi Preiti.

Ma quella considerat­a più importante, un ritorno al passato che qualcuno aveva già ipotizzato, è l’assegnazio­ne a tutti i ministri della scorta armata personale. E non soltanto a loro ma anche ai sottosegre­tari, ai vertici dei dicasteri e ad altre personalit­à considerat­e a rischio. Entro questa settimana il ministro dell’Interno Angelino Alfano (che ieri ha ricevuto le consegne da Anna Maria Cancellier­i, ora responsabi­le della Giustizia) dovrebbe convocare il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per affrontare la questione. Sarà discussa anche la rimodulazi­one

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