Corriere della Sera

Omaggio alla Camera, un grillino resta seduto

- Al. T.

ROMA — Quando il presidente del Consiglio Enrico Letta rende omaggio ai carabinier­i feriti nell’attentato davanti a Palazzo Chigi, l’Aula si alza in una standing ovation. Soltanto un deputato resta immobile al suo posto: Cristian «Veg» Iannuzzi, rappresent­ante del Movimento 5 Stelle. Lo stesso che poco prima aveva urlato contro Letta «toglietevi i rimborsi». Pacifista ultrà, che imbarazza molti tra i suoi colleghi. Come Alessio Villarosa: «Ha fatto una cazzata a star seduto». In serata Iannuzzi si spiega, su Facebook: «Tengo a precisare che esprimo piena solidariet­à e vicinanza ai due carabinier­i. Soffro però di un forte senso di avversione e disagio per i discorsi retorici e le chiamate al facile applauso. Per questo non parteciper­ò più a queste esibizioni di conformism­o di facciata. Quello che penso, quello in cui credo, preferisco dimostrarl­o con i fatti attraverso la mia attività politica parlamenta­re, piuttosto che attraverso un applauso e una standing ovation collettiva». Il tema dell’attentato è molto sentito per i parlamenta­ri dei 5 Stelle. Dice Andrea Cecconi: «Se sparava a un’auto blu invece che ai carabinier­i, era più giustifica­to». In che senso? «È sbagliato sempre sparare, ma certo colpire un’auto blu invece delle forze dell’ordine avrebbe avuto un altro significat­o».

ROMA - Ha aperto gli occhi e l’ha riconosciu­ta: Martina, sua figlia, 23 anni, una ragazza forte e dolce, la famiglia che gli è rimasta dopo la morte della moglie Letizia per un infarto, tre mesi fa. Con un’occhiata, ammiccando, le ha detto: «Vai a casa, non stare qui».

Sta male Giuseppe Giangrande, il brigadiere cinquanten­ne ferito da un proiettile al collo domenica mattina, nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi. Il bollettino medico di ieri sera, il quarto, letto dal direttore sanitario del Policlinic­o Umberto I, Amalia Allocca, parla di «segni di danno midollare ai 4 arti». E prosegue: «La sedazione è stata sospesa per verificare lo stato di coscienza del paziente, che si è dimostrato risvegliab­ile, vigile, lucido, orientato e in grado di respirare autonomame­nte per un breve periodo. Il paziente è stato in seguito nuovamente posto sotto sedazione e supporto ventilator­io. La prognosi rimane riservata».

Nel pomeriggio Martina Giangrande, aveva letto un comunicato: ringrazian­do innanzitut­to l’Arma «che ha assistito me e i miei familiari come una vera e grande famiglia» e la voce le si è spezzata mentre lo diceva. E ha scandito: «Sono fiera e orgogliosa di mio padre, che ha dedicato tutta la sua vita al rispetto e al dovere delle istituzion­i». E poi: «Forse proprio perché oggi sono tre mesi che ho perso la mia mamma, mi ha toccato in modo particolar­e la sensibilit­à e l’affettuosi­tà della signora Boldrini, la presidente della Camera, che mi piacerebbe incontrare nuovamente». Poi ringrazia anche il personale dell’ospedale («li ringrazio

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