Corriere della Sera

Domiciliar­i per due poliziotti del G8

Tre mesi a Canterini e otto a Caldarozzi, i primi a scontare la pena

- Erika Dellacasa

GENOVA — Nessun segnale di pentimento, anzi, la «personalit­à del condannato» non lascia sperare nella possibilit­à di un ravvedimen­to, per questo il Tribunale Sorveglian­za di Genova ha negato le pene alternativ­e a Vincenzo Canterini, ex capo della Mobile di Roma condannato in via definitiva a tre anni e tre mesi di reclusione per le violenze nella scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. Negati sia l’affidament­o ai servizi sociali che gli arresti domiciliar­i, tuttavia Canterini non andrà in carcere a scontare i tre mesi residuali di pena perché — scrive il Tribunale — al suo caso si applica la legge «svuotacarc­eri» del 2010. Il superpoliz­iotto che secondo le sentenze definitive sul G8 consentì che nella scuola Diaz gli agenti picchiasse­ro a sangue persone inermi e si consumasse quella che il dirigente Michelange­lo Fournier definì «macelleria messicana», resterà tre mesi ai domiciliar­i non perché lo «meriti» ma perché le carceri sono troppo affollate. Gli è consentito di uscire di casa dalle 10 alle 12 e non si potrà allontanar­e dal Comune di residenza senza commettere evasione. L’irruzione alla Diaz si concluse con 60 feriti, alcuni gravi, e 93 arresti poi dichiarati illegali. Canterini ha sempre detto di essere entrato nella scuola solo dopo l’irruzione ma anche il fatto di non aver mai cambiato versione gli vie-

condannato per i fatti della

Diaz e ora in pensione, con il suo avvocato

Silvio Romanelli ne contestato dal Tribunale.

La sentenza nelle sue motivazion­i ha accolto — ed è andata oltre — la relazione del procurator­e generale Vito Monetti, che si era opposto alla concession­e ai funzionari di polizia delle pene alternativ­e

Nessun pentimento Secondo il giudice non ci sono stati segnali di pentimento da parte dei condannati

a causa del mancato «pentimento» per le violenze e i falsi commessi durante il G8. Il procurator­e generale si era richiamato alla «giustizia riconcilia­trice» e alla necessità che la «riconcilia­zione» sia resa sostanzial­e da uno «sforzo di attenzione nei confronti delle vittime», attraverso pubbliche scuse e il desiderio di risarcire il danno. Elementi che Monetti non ravvisava nei comportame­nti dei condannati.

Il Tribunale di sorveglian­za ha preso un’analoga decisione per Gilberto Caldarozzi, ex capo dello Sco, condannato in Cassazione a 3 anni e 8 mesi di reclusione: sconterà otto mesi ai domiciliar­i. Canterini — avvisato dai suoi avvocati Silvio e Rinaldo Romanelli — si è già messo a disposizio­ne dei carabinier­i anche se non ha ancora ricevuto notifica dell’atto. L’ex capo della Mobile a fine carriera era stato impegnato in Romania in organismi internazio­nali per il contrasto al traffico d’organi, in pensione da oltre un anno prestava servizio volontario pres-

in seguito all’irruzione delle Forze dell’ordine italiane alla scuola Diaz durante il G8 a Genova nel 2001 so la Caritas e sperava di poter così esaurire i residui di pena. «Questa sentenza — ha detto Silvio Romanelli — è un’umiliazion­e per un uomo che ha aspettato dodici anni di essere giudicato e che per tutto questo tempo ha servito lo Stato».

«La personalit­à del condannato — scrive il Tribunale nella sentenza su Canterini — non consente di sperare che neppure sotto la guida e il sostegno degli assistenti sociali possa giungere infine a una piena consapevol­ezza del suo operato e del suo pieno disvalore e al risultato della rieducazio­ne». Fra gli elementi giudicati a suo sfavore c’è anche il non aver contribuit­o al risarcimen­to delle vittime delle violenze, «pur avendo ricevuto la liquidazio­ne» e di non aver «risparmiat­o» a questo fine. Anche il libro scritto dall’ex capo della Mobile «è un prodotto commercial­e non equiparabi­le a una disinteres­sata dichiarazi­one di scuse».

Il Tribunale ha rinviato al 5 dicembre l’esame delle posizioni di Francesco Gratteri ex capo della Direzione Anticrimin­e, Giovanni Luperi ex responsabi­le del servizio analisi dei Servizi segreti, Spartaco Mortola (ex Digos) e Pietro Troiani (portò le false molotov alla Diaz). È attesa a giorni la decisione per gli altri poliziotti condannati per i fatti del G8.

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L’ex capo della mobile di Roma Vicenzo Canterini (a
sinistra), (a destra),
in attesa dell’udienza del Tribunale
di Sorveglian­za di Genova, l’11 aprile
scorso
(Ansa/luca Zennaro) Ex poliziotto L’ex capo della mobile di Roma Vicenzo Canterini (a sinistra), (a destra), in attesa dell’udienza del Tribunale di Sorveglian­za di Genova, l’11 aprile scorso

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