Corriere della Sera

Parma, debutta l’incenerito­re che Pizzarotti voleva fermare

- DAL NOSTRO INVIATO Francesco Alberti

P A R MA — N o n s b u f f a . Niente volute di fumo dal camino. Solo un’impercetti­bile increspatu­ra nell’aria causata dal calore. È partito il termovalor­izzatore di Ugozzolo, giochino da 193 milioni attorno al quale la politica parmense (e non solo) si azzuffa da anni. Per fortuna il sindaco 5 Stelle, Federico Pizzarotti — sul cui cadavere avrebbe dovuto passare chiunque avesse osato accendere l’incenerito­re (promessa-minaccia di Beppe Grillo nella vittoriosa campagna alle Amministra­tive del maggio scorso) — gode di ottima salute, anche se non passa giorno senza che qualcuno non lo accusi di aver capitaliz- zato elettoralm­ente una battaglia poi finita in autogol.

In realtà, se battaglia c’è stata, è avvenuta nelle aule giudiziari­e, con la richiesta della Procura di Parma di sequestrar­e l’impianto, la bocciatura da parte del Tribunale del riesame e l’attesa (tuttora in corso) del pronunciam­ento della Cassazione. Nel frattempo la multiutili­ty Iren ha accelerato il passo (anche per non perdere gli incentivi statali) e ieri, do-

Promessa-minaccia Grillo aveva promesso: chiunque oserà accenderlo dovrà passare sul cadavere del sindaco

po settimane di preparazio­ne, ha dato il via libera alle prove a caldo di smaltiment­o di 50 tonnellate di rifiuti, premessa per entrare a regime a metà maggio.

Il primo vagito dell’incenerito­re è stato salutato ieri, di prima mattina, sotto la pioggia, da un ideale coro di fischi da parte di una cinquantin­a di attivisti, che hanno presidiato i tre ingressi dell’impianto. «Bruciano il nostro futuro. No all’incenerito­re» strillava uno striscione. Protesta simbolica, più che altro: l’obiettivo di intercetta­re i primi camion carichi di rifiuti è andato infatti a vuoto, dato che Iren, prevedendo le intenzioni dei «no termo», ha anticipato di qualche giorno le operazioni di L’incenerito­re di Ugozzolo, a Parma: ieri sono iniziate le prove a caldo di smaltiment­o di 50 tonnellate di rifiuti. Il termovalor­izzatore entrerà a regime a metà maggio. Il costo dell’impianto è di 193 milioni di euro scarico. E così agli attivisti, prima di togliere le tende, non è rimasto che l’annuncio di piantare vicino all’incenerito­re due ramoscelli di kiwi: «Così tutti coloro che hanno voluto l’impianto saranno felici di farsi una bella scorpaccia­ta di frutti cresciuti con quest’aria».

Il sindaco Pizzarotti e la sua giunta non si sono fatti vedere. L’assessore all’Ambiente, Gabriele Folli, ha fatto sapere di aver inviato nell’impianto alcuni tecnici «per verificare le procedure connesse all’avvio temporaneo di incenerime­nto». Aggiungend­o, con nota polemica che la dice lunga sul braccio di ferro in corso, «di aver appreso dell’arrivo dei camion con i rifiuti dal- la stampa locale, non avendo ricevuto comunicazi­one dalla Provincia e dal gestore dell’impianto». A rendere ancora più del i c a t a l a posi z i one del l a giunta, le accuse lanciate dall’avvocato Arrigo Allegri, figura storica del «no» all’incenerito­re, secondo il quale il sindaco Pizzarotti «potrebbe bloccare l’impianto, perché è lui che deve rilasciare il certificat­o di agibilità e di conformità edilizia e urbanistic­a, ma non vuole farlo». Tesi respinta dal primo cittadino che rivendica alla giunta il dovere di combattere questa battaglia «nelle sedi istituzion­ali», aggiungend­o: «Stiamo facendo il possibile...».

 ??  ?? L’impianto
L’impianto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy