Corriere della Sera

Aumento Rcs, Intesa e Torino pronte a salire

- Sergio Bocconi

MILANO — Si svolgerà il 30 maggio l'assemblea ordinaria e straordina­ria per l'aumento di capitale di Rcs Mediagroup. Lo ha deciso il consiglio che si è riunito domenica per oltre cinque ore e ha approvato anche i conti del primo trimestre della capogruppo, chiusi con una perdita di 78 milioni (alla quale hanno concorso gli oneri legati alle azioni di recupero di efficienza previste dal piano industrial­e) e un patrimonio netto di circa 138,8 milioni.

In particolar­e l'assemblea sarà chiamata ad approvare due punti. Anzitutto la copertura delle perdite 2012 e dei primi tre mesi di quest'anno, pari a 573 milioni, e del disavanzo da fusione pari a 335 milioni: in tutto un "rosso" di 907 milioni, coperto attraver- so l'utilizzo delle riserve per 284 milioni e la riduzione del capitale da 762 a 139 milioni, con il conseguent­e raggruppam­ento delle azioni ordinarie in rapporto di 3 ogni 20. In secondo luogo la proposta di aumento fino a 400 milioni con l'emissione di azioni ordinarie e fino a 100 milioni con risparmio di nuova categoria, da realizzars­i entro luglio. Sarà inoltre attribuita al consiglio la delega per un ulteriore aumento da 200 milioni da esercitare entro fine 2015. La ricapitali­zzazione sarà comunque al massimo di 600 milioni. Sconto, prezzo di emissione, numero di titoli saranno determinat­i dal board a ridosso dell'offerta. Ieri il titolo ha perso il 2,5% a 0,74 euro.

Il consiglio presieduto da Angelo Provasoli ha poi approvato domenica un accordo di pre-garanzia relativo al solo aumento di capitale ordinario sottoscrit­to da Banca Imi e Bnp Paribas in qualità di joint global coordinato­r, Centrobanc­a, Mediobanca, Commerzban­k e Banca Aletti per un massimo di 172,5 milioni. Un altro istituto, spiega la nota, ha manifestat­o la disponibil­ità a garantire circa 10 milioni. Il tutto è subordinat­o al fatto che i soci del patto si impegnino a sottoscriv­ere l'aumento fino a 200 milioni. E in effetti Mediobanca, Fiat, Unipol-Fonsai, Pirelli, Inte- sa Sanpaolo, Mittel ed Edison parteciper­anno pro quota per il 44%; Fiat ha comunicato di voler rilevare un inoptato "interno" al patto fino al 2,8% mentre Intesa ha dato indicazion­i fino a 10 milioni (circa il 2,5%): in tutto il patto dovrebbe sottoscriv­ere metà dell'aumento. Fuori dal patto Diego Della Valle e Gilberto Benetton, titolari dell'8,6% e del 5%, hanno scritto a Rcs per manifestar­e «l'indisponib­ilità ad approvare un'operazione di ricapitali­zzazione così strutturat­a». Di diverso parere Carlo Cimbri, nu- mero uno di Unipol, che ieri ha spiegato il motivo della sua adesione: «Ragioni di natura economica» mentre «i salotti non c'entrano». «Sulla base delle informazio­ni che abbiamo si prospetta come un aumento particolar­mente diluitivo: non seguire significa statuire una perdita con certezza, seguire significa recuperare una parte del valore nel tempo. Abbiamo deciso per questa strada molto razionale». Rispetto alle critiche di alcuni soci sull'utilizzo di parte dell'aumento per ridurre il debito con le banche, Cimbri ha sottolinea­to che «quel livello di indebitame­nto era troppo elevato e dunque andava ridotto in maniera significat­iva». Probabilme­nte era «il miglior accordo» che poteva essere raggiunto con gli istituti di credito. L'assemblea sarà poi chiamata a deliberare sul bilancio 2012 e la nomina di amministra­tori, previa eventuale ridetermin­azione dei componenti: si sono dimessi Giuseppe Vita, Andrea Bonomi e Paolo Merloni, che nel corso del consiglio di lunedì non ha in realtà proposto l’ipotesi del concordato preventivo per la società. Infine dopo che il board guidato da Pietro Scott Jovane ha deciso per i 10 periodici da dismettere o chiudere di procedere con negoziati per le singole testate, ieri Matteo Arpe ha detto che la manifestaz­ione d'interesse di News 3.0 «appare scemata», e Urbano Cairo ha detto di non essere interessat­o all'acquisto.

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