Aumento Rcs, Intesa e Torino pronte a salire
MILANO — Si svolgerà il 30 maggio l'assemblea ordinaria e straordinaria per l'aumento di capitale di Rcs Mediagroup. Lo ha deciso il consiglio che si è riunito domenica per oltre cinque ore e ha approvato anche i conti del primo trimestre della capogruppo, chiusi con una perdita di 78 milioni (alla quale hanno concorso gli oneri legati alle azioni di recupero di efficienza previste dal piano industriale) e un patrimonio netto di circa 138,8 milioni.
In particolare l'assemblea sarà chiamata ad approvare due punti. Anzitutto la copertura delle perdite 2012 e dei primi tre mesi di quest'anno, pari a 573 milioni, e del disavanzo da fusione pari a 335 milioni: in tutto un "rosso" di 907 milioni, coperto attraver- so l'utilizzo delle riserve per 284 milioni e la riduzione del capitale da 762 a 139 milioni, con il conseguente raggruppamento delle azioni ordinarie in rapporto di 3 ogni 20. In secondo luogo la proposta di aumento fino a 400 milioni con l'emissione di azioni ordinarie e fino a 100 milioni con risparmio di nuova categoria, da realizzarsi entro luglio. Sarà inoltre attribuita al consiglio la delega per un ulteriore aumento da 200 milioni da esercitare entro fine 2015. La ricapitalizzazione sarà comunque al massimo di 600 milioni. Sconto, prezzo di emissione, numero di titoli saranno determinati dal board a ridosso dell'offerta. Ieri il titolo ha perso il 2,5% a 0,74 euro.
Il consiglio presieduto da Angelo Provasoli ha poi approvato domenica un accordo di pre-garanzia relativo al solo aumento di capitale ordinario sottoscritto da Banca Imi e Bnp Paribas in qualità di joint global coordinator, Centrobanca, Mediobanca, Commerzbank e Banca Aletti per un massimo di 172,5 milioni. Un altro istituto, spiega la nota, ha manifestato la disponibilità a garantire circa 10 milioni. Il tutto è subordinato al fatto che i soci del patto si impegnino a sottoscrivere l'aumento fino a 200 milioni. E in effetti Mediobanca, Fiat, Unipol-Fonsai, Pirelli, Inte- sa Sanpaolo, Mittel ed Edison parteciperanno pro quota per il 44%; Fiat ha comunicato di voler rilevare un inoptato "interno" al patto fino al 2,8% mentre Intesa ha dato indicazioni fino a 10 milioni (circa il 2,5%): in tutto il patto dovrebbe sottoscrivere metà dell'aumento. Fuori dal patto Diego Della Valle e Gilberto Benetton, titolari dell'8,6% e del 5%, hanno scritto a Rcs per manifestare «l'indisponibilità ad approvare un'operazione di ricapitalizzazione così strutturata». Di diverso parere Carlo Cimbri, nu- mero uno di Unipol, che ieri ha spiegato il motivo della sua adesione: «Ragioni di natura economica» mentre «i salotti non c'entrano». «Sulla base delle informazioni che abbiamo si prospetta come un aumento particolarmente diluitivo: non seguire significa statuire una perdita con certezza, seguire significa recuperare una parte del valore nel tempo. Abbiamo deciso per questa strada molto razionale». Rispetto alle critiche di alcuni soci sull'utilizzo di parte dell'aumento per ridurre il debito con le banche, Cimbri ha sottolineato che «quel livello di indebitamento era troppo elevato e dunque andava ridotto in maniera significativa». Probabilmente era «il miglior accordo» che poteva essere raggiunto con gli istituti di credito. L'assemblea sarà poi chiamata a deliberare sul bilancio 2012 e la nomina di amministratori, previa eventuale rideterminazione dei componenti: si sono dimessi Giuseppe Vita, Andrea Bonomi e Paolo Merloni, che nel corso del consiglio di lunedì non ha in realtà proposto l’ipotesi del concordato preventivo per la società. Infine dopo che il board guidato da Pietro Scott Jovane ha deciso per i 10 periodici da dismettere o chiudere di procedere con negoziati per le singole testate, ieri Matteo Arpe ha detto che la manifestazione d'interesse di News 3.0 «appare scemata», e Urbano Cairo ha detto di non essere interessato all'acquisto.