Corriere della Sera

Mps, i soci contro gli ex vertici Siena e l’addio al tetto del 4%

Sì dell’assemblea all’azione contro Mussari e Vigni

- DAL NOSTRO INVIATO

SIENA — Riuscirà il Montepasch­i a restituire i 4 miliardi di aiuti di Stato ed evitare così la nazionaliz­zazione? «Ce la possiamo fare ma nulla è scontato». Con questo secco avvertimen­to il presidente di Mps, Alessandro Profumo, riporta i soci della banca alla realtà, nell’assemblea lunga 9 ore e mezzo che ieri ha approvato il bilancio 2012 da 3,2 miliardi di perdite e dato via libera all’azione di responsabi­lità da 1,2 miliardi contro gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni e le banche Nomura e Deutsche Bank per le perdite nascoste nelle operazioni Alexandria e Santorini.

«Sbaglia chi pensa di far restare la banca a Siena con una base patrimonia­le debole», è l’avvertimen­to ai senesi. L’aumento di capitale da 1 miliardo, con l’esclusione dei soci attuali, è inevitabil­e. Tanto che Profumo lancia quasi una sfida alla città immersa nella campagna elettorale per il sindaco (presenti all’assemblea i candidati Bruno Valentini, PD, e Michele Pinassi, M5S): «Noi vogliamo riportare a casa una banca che altri hanno portato via. Siamo indifferen­ti a chi mette il capitale. Se la città di Siena è in grado di mobilitare risorse, a noi va benissimo. Chi propone ricette magiche prende in giro se stesso e gli altri».

Profumo vorrebbe come investitor­e «non un altro gruppo bancario» ma un azionista, «che però ad oggi non c’è», che condivida il piano di sviluppo. Fondamenta­le sarà l’ok della Ue al piano di ristruttur­azione cui sono legati gli aiuti di Stato. E per ottenerlo serve «in tempi brevi» anche la cancellazi­one del blocco al 4% nei diritti di voto per i soci privati:

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