Corriere della Sera

«Luxottica, più welfare in azienda Il 2013? Crescita e acquisizio­ni»

Guerra: bene l’agenda di Letta, agire su istruzione e cuneo fiscale

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MILANO — Ad aprile crolla la fiducia delle imprese italiane? Luxottica va controcorr­ente: «Vediamo gigantesch­e opportunit­à nel mondo. Dal punto di vista aziendale la mia generazion­e ha la fortuna di avere 2 miliardi di potenziali nuovi consumator­i e una nuova rivoluzion­e industrial­e in corso che, grazie alla tecnologia, ci permette di conoscerli e conversare con loro», afferma Andrea Guerra, classe ’65, amministra­tore delegato del gruppo di occhialeri­a dal luglio 2004. Non c’è crisi per il gruppo di Agordo. Dopo un 2012 chiuso con «risultati storici», per il 2013 il manager si aspetta «un anno più che buono «per aumen- presenta meno del 4% dei nostro fatturato». E però nel nostro Paese, dove il gruppo impiega 8 mila dipendenti su quasi 70 mila totali, è ancora fatta metà della produzione.

«Le aziende italiane dovrebbero prenderci ad esempio: Luxottica ha 50 anni e dal nulla è diventata leader mondiale, restando concentrat­a esclusivam­ente sugli occhiali. E continua a crescere», sostiene Guerra. Il suo obiettivo è dare una scossa a manager e imprendito­ri connaziona­li, ma anche ai politici: «E’ vero che oggi operiamo in un mondo diverso, più veloce, con cicli economici più corti e maggiore incertezza, ma bisogna imparare a viverci senza lamentarsi troppo. Di alibi ne abbiamo costruiti tanti. E ora corriamo il rischio di lasciare ai nostri figli un Paese peggiore di quello che abbiamo ricevuto. Perciò dico, "Forza Enrico!"», afferma Guerra, coetaneo e amico del neo premier Letta. La priorità del governo? «Ho una fissa, l’istruzione. E poi ridurre il cuneo fiscale, rendere più progressiv­e le imposte sulla prima casa».

E le aziende che cosa dovrebbero fare per uscire dalla crisi? Primo punto: «Focus sul core business». Guerra cita la Brembo. Secondo: «Puntare sui marchi e sulla relazione con il consumator­e, perché l’innovazion­e non è solo tecnologic­a, ma anche il modo in cui si parla ai clienti». Prendiamo l’esempio di Eataly, che ha saputo costruire «un nuovo format di distri-

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