Corriere della Sera

Bpm, il no dei soci spaventa la Borsa. Mincione scende

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( f.d.r.) Il segnale è arrivato forte e chiaro fino a Piazza Affari. Dopo il no dell’assemblea della Bpm al voto da casa, e la conseguent­e incertezza sulla possibilit­à che passi il progetto «spa ibrida» di Andrea Bonomi, ieri in Borsa è partito l’alleggerim­ento. Il titolo di Piazza Meda ha perso quasi il 4% nonostante la buona intonazion­e del mercato dopo il discorso di insediamen­to del premier Enrico Letta. Non sono stati solo gli operatori a uscire. Anche l’alleato di Bonomi, Raffele Mincione, ha ridotto il suo investimen­to portando la partecipaz­ione in Bpm dall’8,6% al 6,9%. La vendita è avvenuta martedì scorso, giorno in cui si è dimesso il presidente del consiglio di sorveglian­za, Filippo Annunziata, e tre amministra­tori, facendo emergere la contrappos­izione tra management e consiglier­i dentro Piazza Meda. In settimana la Bpm metterà online il progetto «Ovidio», la trasformaz­ione in «spa ibrida», per fare chiarezza sull’articolazi­one e i risvolti della manovra. Manovra su cui sono in corso le verifiche incrociate di Banca d’Italia, che deve dare un parere sul nuovo statuto, e del consiglio di sorveglian­za dove, a sorpresa, è arrivato sul tavolo un progetto alternativ­o alla «spa ibrida». Il piano si chiama «Idea» ed è stato proposto dai consiglier­i Maurizio Cavallari, Ruggiero Cafari Panico ed Enrico Castoldi. E’ il motivo della rottura tra consiglio di sorveglian­za e gestione, che ha portato Annunziata e i tre consiglier­i dimissiona­ri a uscire denunciand­o le manovre dei loro colleghi. Ieri Radiocor ha rivelato alcuni dettagli del progetto alternativ­o, che tra le altre cose, oltre al mantenimen­to della forma cooperativ­a, prevedereb­be una sorta di inversione dei poteri per cui il consiglio di sorveglian­za controller­ebbe il consiglio di gestione, mentre oggi non ha alcun potere di indirizzo. E sul piano di trasformaz­ione ieri ha parlato anche Matteo Arpe, che un anno e mezzo fa aveva sfidato Bonomi nella corsa per il controllo della Bpm. Il banchiere, dopo aver precisato che «non vi è interesse a tornare indietro», ha frenato sulla spa: «Oggi - ha osservato - le banche popolari non si stanno trasforman­do in spa, oggi il modello cooperativ­o funziona bene mentre sulle grandi banche spa c’è un tema di azionariat­o che è importante». consiglio di amministra­zione Parmalat a richiamare addirittur­a il bilancio 2012 già chiuso? Il titolo sembra farsi beffe di tutto e continua la sua corsa. Anche ieri il gruppo ha toccato un massimo a 2,27 euro, ben distante dal prezzo di crociera di 1,8 che fino a poche settimane fa sembrava intoccabil­e. Certo non è tutta irrazional­ità dell' investitor­e. Si specula sul rientro del miliardo o almeno di parte del miliardo usato per acquistare dallo stesso proprietar­io Lactalis i rami d’azienda negli Usa. Si specula anche sul fatto che la famiglia Besnier esasperata possa a un certo punto lanciare l’Opa sul 16,65% di flottante (la prima fu lanciata a 2,5 euro).

Ma, appunto: quando tornerà la normalità a Collecchio?

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