Perché in Olanda si diffuse l’eresia
Esce oggi in libreria il saggio di Steven Nadler Un libro forgiato all’inferno (pp. 268, € 30), primo volume della nuova collana «La Biblioteca» della casa editrice Einaudi. Nadler, professore di Filosofia e membro del Centro per gli studi ebraici presso l’Università del Wisconsin, ha pubblicato in Italia, sempre presso Einaudi, altri due libri sul grande filosofo: Baruch Spinoza e l’Olanda del Seicento (2002) e L’eresia di Spinoza (2004) so, era stato, qualche tempo prima, maggiormente cauto) la posizione di Spinoza fu più radicale addirittura di quella che sarebbe stata assunta mezzo secolo dopo dallo scozzese David Hume, per il quale quei prodigi divini erano «talmente poco verosimili da rasentare l’incredibile». Per Spinoza, invece, «il miracolo, sia esso inteso come fatto contrario o come un fatto superiore alla natura, è soltanto un’assurdità». Un’assurdità. Più netto di quel «rasentare l’incredibile». La vera remunerazione della virtù, diceva infine il filosofo di Amsterdam, «non sta in qualche ricompensa ultraterrena per un’anima immortale, dal momento che non esiste nessuna immortalità della persona; è soltanto un’invenzione usata da un clero manipolatore per costringerci in un eterno stato di paura e di speranza e in tal modo controllarci». La «beatitudine» e la «salvezza» consistono piuttosto nel «benessere e nella pace della mente che la conoscenza riesce a offrirci in questa vita».
I capitoli del Trattato dedicati alla politica, scrive Nadler, «rappresentano il più accorato appello alla tolleranza (soprattutto alla "libertà di filosofare", senza che qualcuno fosse costretto a subire interferenze da parte delle autorità) che sia mai stato scritto». Anche se il filosofo era assai diffidente nei confronti della gente comune: «So», scriveva in un passaggio che attirò l’attenzione di Leo Strauss, «che è impossibile sottrarre le masse alla superstizione e alla paura e so che per il volgo è perseveranza l’ostinazione, e che non è guidato dalla ragione, ma dalla passione è trascinato ora alla lode ora al vituperio... Il volgo, dunque, e tutti coloro che ne condividono le passioni non sono da me invitati alla lettura di questo libro; preferirei anzi che lo trascurassero del tutto, piuttosto che interpretarlo, come fanno sempre, tendenziosa-