Corriere della Sera

L’angelo Bova nel cielo sopra Roma: il nemico è l’indifferen­za

- Emilia Costantini

ROMA — Passeggian­do per le vie del centro storico di Roma, può capitare di imbattersi in Raoul Bova che sta scalando la facciata di un palazzo oppure di vederlo appollaiat­o sotto la statua dell’Arcangelo Michele sugli spalti più alti di Castel Sant’Angelo. «Sì, ma non sono Superman e non è grazie alla Kryptonite che compio gesta mirabolant­i», avverte l’attore. Non sarà Superman, ma un angelo sì. La trama del nuovo tv movie che sta girando nel cuore della Roma barocca, può apparire una favoletta: Claudio, quarantenn­e ricco, bello, egoista si innamora perdutamen­te di Luisa (Vanessa Incontrada), giovane poliziotta sicura di sé, ed è pronto a tutto per conquistar­la. Quando lei, a causa di un incidente, sta per morire, il quarantenn­e scapestrat­o urla al cielo una preghiera disperata: «Prendi me e salva lei!». La supplica viene esaudita: Luisa è salva, ma Claudio sarà tramutato in un angelo e «condannato» a salvare altre vite umane.

«Angeli», prodotta dalla Casanova di Luca Barbaresch­i per Rti con la regia di Stefano Reali è una parabola moderna sull’amore verso il prossimo. «Sulla lapide di marmo di un operaio dell’Ilva di Taranto ucciso dal cancro c’è scritto "io vi maledico", contro l’indifferen­za di chi poteva fare e non ha fatto — dice Bova —. Quella stessa indifferen­za che ha costretto dignitosi impiegati a tramutarsi in barboni; o quella che ha spinto al sui- c i d i o p i c c o l i i mpr e n d i t o r i , strangolat­i dall’usura». Proprio per salvare un amico che, strozzato dai debiti sta per suicidarsi nel suo appartamen­to all’ultimo piano di un palazzo, l’angelo Claudio deve improvvisa­rsi scalatore. «Al di là della connotazio­ne religiosa — riflette Bova — l’angelo è colui che ti restituisc­e l’autostima». Osserva la Incontrada: «La storia che raccontiam­o può servire a porsi qualche domanda sul piano morale». E Reali sottolinea: «È una metafora sulla solidariet­à: aiutare gli altri rende felici!». Viene in mente il film «La vita è meraviglio­sa» di Frank Capra, adattato a un formato da television­e buonista: «Non è tv buonista — risponde il direttore Mediaset Fiction Antonino Antonucci — In questo momento di mancanza di valori, vorremmo rivalutare contenuti "buoni": la figura dell’angelo è un simbolo che rende più semplice il messaggio. E da questo tv-movie intendiamo far nascere una serie: per scoprire nuovi volti, nuovi talenti, calmierand­o anche i costi». Conferma Barbaresch­i: «La gente ha bisogno di credere in qualcosa. La cosa peggiore è togliere la speranza».

In un celebre discorso, il pre-

L’attore «Credo nella loro esistenza: non avranno le ali, ma sono persone carismatic­he»

sidente Kennedy disse «Non chiedete cosa il vostro Paese può fare per voi, ma quello che voi potete fare per il vostro Paese». Questo un po’ il senso della parabola «Angeli», dove Bova non incarna il solito eroe che interviene in maniera «muscolare», ma grazie a un dono spirituale: «Credo che esistano gli angeli — ammette candidamen­te Raoul —- non avranno le ali, ma sono persone carismatic­he. Penso che in ognuno di noi ci sia un po’ di angelicità. Basta accorgersi di piccoli segni, che non vediamo perché accecati dai problemi quotidiani, e saperli cogliere come opportunit­à. Insomma, basta fare qualcosa di più del proprio dovere».

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Insieme Raoul Bova (41 anni) con Vanessa Incontrada (34)

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