Bruce, la vitalità del grande rock: parlo ai miei fan, non mi fermo
Canzoni a sorpresa e l’appello a Obama: chiuda Guantanamo
OSLO — Non lo si ferma. Bruce Springsteen il palco lo sente, lo fiuta e non lo molla. Né quando un concerto dovrebbe finire (i famosi 22 minuti extra di San Siro 2008 con tanto di strascichi giudiziari) né prima che inizi. Pensate alla sorpresa dei primi che all’apertura delle porte della Telenor Arena di Oslo sono stati accolti dal Boss in pers ona. S ol o s ul pal c o. Quattro-cinque pezzi regalati: voce, chitarra e armonica. «Sono impegnato in una conversazione che dura una vita con il pubbli- ma è rimasta la sola. Questo è il mio vero legame con l’Europa».
E lo dice uno che ha rappresentato così bene l’America, e che continua a darle voce anche se non è più quel ragazzotto che veniva dal New Jersey col sogno del rock’n’roll nei jeans. «Con gli anni arriva l’immaginazione dell’artista che ti
La formazione I primi 18 anni di vita non ti lasciano mai. Leggo i giornali con la testa di allora
Gli appuntamenti Bruce Springsteen ha avviato ieri sera il tour europeo a Oslo. In Italia il Boss avrà quattro appuntamenti con il pubblico: il 23 maggio in piazza Plebiscito a Napoli, il 31 a Padova, 3 giugno si esibirà a Milano-San Siro, l’11 luglio a Roma I biglietti Sarà il tour del record di spettatori per Bruce Springsteen nella nostra penisola. Siamo già a 130 mila biglietti in prevendita e si prevede un totale di 150 mila fan permette di entrare nelle storie di altri e raccontarle, ma i primi 18 anni di vita non ti lasciano mai. Sono il periodo che ha maggiore impatto sulla vita di un uomo. Le cose che provi allora danno forma al tuo modo di inquadrare il mondo: ancora oggi leggo i giornali ogni mattina con il punto di vista di allora», racconta. Oggi la sua Ame- Le canzoni Il «Wrecking Ball Tour» partito lo scorso anno ha visto Bruce e la E Street band suonare 193 diverse canzoni, cover comprese (Dati
setlist.fm) rica è quella di Obama, il presidente per cui si è speso in maniera diretta. «Gli anni di Bush sono stati un disastro. Mi è sembrato il momento giusto per spendere il capitale politico che avevo come musicista rock che viene seguito da un po’ di persone», ammette. La sua non è un’adesione acritica all’amministrazione del presidente rieletto. «Ha fatto bene con Afghanistan e Iraq, e anche con il sistema sanitario e con le leggi sul sistema finanziario, ma voglio vedere Guantanamo chiusa: è una macchia sulla reputazione del nostro Paese». E non è che il Boss, oltre a quello che fa sul palco, può fare anche quello.
@alaffranchi