I tifosi hanno scelto Allegri La società ne tenga conto
MILANO — Lo striscione, con breve contorno sonoro, con cui l’altra sera la curva rossonera, il cuore pulsante del tifo milanista, ha scelto di schierarsi con Massimiliano Allegri non può ovviamente essere liquidato in quattro e quattr’otto. La scelta di campo del resto è stata chiara: tra un allenatore bersagliato con regolarità dalle stilettate al cianuro del suo presidente e un presidente che non si tira indietro quando ci sono da scagliare battute private (che poi diventano pubbliche) all’indirizzo del suo allenatore, i tifosi hanno scelto il primo, invocando rispetto nei suoi confronti. Ed è altamente probabile che chi segue con regolarità la propria squadra dagli spalti di uno stadio abbia una percezione della realtà più nitida di chi, come Silvio Berlusconi, assorbito da un logorante ritorno sulla scena politica, ha potuto dedicare al calcio soltanto briciole di interesse.
Ecco perché l’accaduto merita una attenta riflessione
Seedorf Se il presidente vuole Seedorf esca dall’ambiguità e lo dica apertamente
presidenziale. Dati alla mano, la gente ha infatti compreso come il lavoro di Allegri sia stato comunque importante: restituire la dignità di squadra a un gruppo sopravvissuto alle macerie della rivoluzione d’estate non era infatti una cosa così scontata. Con i rossoneri impegnati nello sprint per il terzo posto, forse il Dottore ha rimosso il retroterra che ha originato il Milan attuale: rinuncia ai totem che avevano caratterizzato l’epopea dello squadrone di Carlo Ancelotti, cessione pronta cassa dei gioielli di famiglia, apertura di credito a un manipolo di giovani. Ripartire da zero, mescola-