Zanetti, atleta fuori dall’ordinario Ecco perché lui non si arrende
«Un’altra partita la farò». Messaggi da tutto il mondo
Javier Zanetti, 40 anni il 10 agosto, riceve i primi soccorsi sul campo di Palermo giche danno forti garanzie di successo. E non è la volontà a mancare al capitano.
Al quale sono arrivate testimonianze di affetto e di stima da tutto il mondo del pallone. Gli ha telefonato José Mourinho («lotterà per tornare ed è preparato a tutto»); gli ha mandato un messaggio Totti («Javier, ahò, non fare scherzi. Ti aspetto per il prossimo Roma-Inter; io il gagliardetto delle squadre lo scambio solo con te»); ne ha parlato il designatore degli arbitri, Braschi, l’unico ad averlo espulso per proteste (Coppa Italia con il Parma, 17 febbraio 1999): «Non merita di chiudere la carriera così». E Di Natale: «I campioni e i modelli da seguire come te non mollano mai. Tornerai più forte».
Messaggi che hanno emozionato Zanetti: «Credo che questa sia la cosa più importante. La mia è stata una carriera nella quale tutti hanno apprezzato il mio comportamento dentro e fuori dal campo. E questa testimonianza di tutto l’ambiente sportivo mi fa un grandissimo piacere». Ieri sera il capitano avrebbe dovuto essere a Sant’Agata di Militello per inaugurare un Inter club a lui dedicato. Era prevista una festa che Vincenzo Fazio stava preparando da mesi. Tutto è sfumato, ma Zanetti ha assicurato che, superata la fase post-operatoria, andrà in Sicilia. Del resto la sua storia in nerazzurro è molto lontana dalla conclusione. Lo aspetta una lunga carriera da dirigente, ma prima c’è la voglia di tornare in campo. E non per un giorno solo.