Boninsegna «Ha ragione difensori più tutelati»
Roberto Boninsegna, 69 anni, 1 scudetto all’Inter e 2 alla Juve, in campo ne prendeva ma ne dava anche tante. Bonimba, Balotelli è vittima o piantagrane? «Tutt’e due. Gli arbitri danno ragione ai difensori da sempre. E gli attaccanti devono metterlo in conto. Fa parte del mestiere, altrimenti vai a fare l’impiegato». Le assomiglia Balotelli? «È un buon giocatore, ma deve crescere. Come me segna molto, ed è un osso duro». Lei aveva un conto aperto con Morini... «Cominciavamo a picchiarci nello spogliatoio. Ma allora non c’era la moviola, si poteva fare». Nel suo primo derby d’Italia con la maglia bianconera, era il 16 gennaio 1977, fece fare una brutta fine a Guida. «Quando eravamo compagni all’Inter lo accompagnavo tutti i giorni da piazzale Lotto ad Appiano. In partita, mi mollò subito un paio di botte e lo guardai male. Mi vendicai con due gol e qualche colpo proibito. La verità è che ero nervoso perché io mi sentivo una bandiera inamovibile dell’Inter e invece mi avevano ceduto alla Juventus». Era nervoso anche quando prese 11 giornate di squalifica, stagione 1967/68. «Giocavo nel Cagliari, se fossi stato dell’Inter, del Milan o della Juve ne prendevo al massimo 4: l’arbitro Bernardis ci negò un rigore e la squadra lo ribaltò letteralmente, io ero il primo della fila e pagai per tutti. Ma ero corretto, in carriera avrò preso due cartellini rossi». Una volta il mestiere dell’attaccante era più difficile... «Le marcature erano più strette, non c’era il rosso da ultimo uomo. Ma oggi come allora gli attaccanti devono sempre subire. Balotelli lo imparerà».