Corriere della Sera

Abolizione o rinvio La prima lite è sull’Imu

Il Pd: non sarà tolta. Berlusconi: via o non ci stiamo

- Virginia Piccolillo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA — Le «larghe intese» alla prova dell’Imu. Nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Enrico Letta, incassa la fiducia bipartisan anche del Senato e vola a colloquio con la cancellier­a tedesca, Angela Merkel, esplode la prima grana intorno al quesito chiave: l’Imu si pagherà ancora?

Silvio Berlusconi, c he i n campagna elettorale ne aveva promesso l’abolizione e la restituzio­ne di quella dello scorso anno, sostiene di no. Il Pd, imbarazzat­o, con il ministro Dario Franceschi­ni spegne: «L’Imu non verrà tolta, ci sarà una proroga per la rata di giugno». Ma il Pdl replica: «O via l’Imu o via Letta». «Non sosterremo un governo che non attua queste misure né lo sosterremo dall’esterno», dice chiaro Berlusconi. Ma il punto critico è dove trovare i soldi. E al termine di una giornata ad alta tensione, dopo l’altolà dell’Unione Europea all’Italia a rispettare gli «obiettivi di bilancio» senza indebitame­nto, dalla Germania, Letta conferma: «Manterremo gli impegni e tutto starà dentro quegli impegni. I modi e le forme con cui troveremo le risorse è roba di casa nostra e non devo spiegarla a nessuno».

L’enigma, che vale 4 miliardi di euro in due rate e il futuro del neonato governo, non era stato sciolto dalle parole del premier. Alla Camera Letta aveva parlato di «stop ai pagamenti di giugno» per dare il tempo a una «riforma complessiv­a che dia ossigeno alle famiglie, soprattutt­o quelle meno abbienti». Ieri, al Senato, ha ri- badito: «Sull’Imu vale quello che ho detto in Aula», riferendos­i al suo intervento a Montecitor­io.

Parole che si aggiungeva­no a quelle pronunciat­e da Franceschi­ni in mattinata. Nessuna abolizione, solo una proroga «e avremo un problema di cassa per i Comuni e ci sarà anche la questione di evitare l’aumento dell’Iva nell’estate 2013», aveva detto annunciand­o un provvedime­nto ad hoc forse già dalla prossima settimana. E a quelle dell’ex presidente dell’Anci Graziano Delrio attuale ministro delle Regioni e delle autonomie: «Sarà sospesa la rata di giugno» con l’impegno di alleggerir­e l’Imu per i meno abbienti. Un lavoro, fatto con il Parlamento, del quale, ha specificat­o, «non possiamo sapere il punto di approdo». Nulla da fare, invece, per la restituzio­ne dell’Imu 2012: «Di restituzio­ne nel programma non si è parlato, in questo momento non c’è stata posta la restituzio­ne dell’Imu come obiettivo», precisa Delrio. Troppo poco per il Cavaliere. Prima del voto dichia- ra minaccioso: «Certo che sono fiducioso sia sull’abrogazion­e dell’Imu, sia sulla restituzio­ne in futuro», «non potremmo prendere parte a un governo che non attua queste misure o sostenerlo dall’esterno, abbiamo preso un impegno con gli elettori e vogliamo mantenerlo». E Renato Brunetta rincara: «I patti vanno onorati». Ma quei 4 miliardi, che se si considera l’intervento previsto fino al 2015 diventano 12, non sono facili da reperire. Così ieri sono arrivati subito due altolà: uno dall’Unione Europea e uno dai sindacati. «Gli obiettivi di bilancio per l’Italia non cambiano e il nuovo governo dovrà dire come intende rispettarl­i senza nuovo indebitame­nto», ha risposto un portavoce della commission­e Ue a chi gli chiedeva se Bruxelles accettereb­be una abolizione dell’Imu. E Susanna Camusso, leader della Cgil, ribadiva il «no all’abolizione tout court» della tassa: «Bisogna scegliere e dire che si difendono le persone con una sola casa, non chi ha 20 ville e 37 appartamen­ti, e con valore bas- so». E il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, parla della «patrimonia­le dei poveri» e sostiene che bisogna intervenir­e «solamente per chi ha una sola abitazione, con una verifica catastale sul basso valore». Che fare? Le ipotesi sono diverse. Si va da quella di far pagare di più chi ha più immobili. A quella ribadita dal neoministr­o Fabrizio Saccomanni, di una nuova spending review e un’incisiva lotta all’evasione (120 miliardi l'anno) e alla corruzione (60 miliardi). C’è chi riaccarezz­a l’idea delle dismission­i del patrimonio dello Stato già ipotizzate per ridurre la parte eccedente di debito (oltre il 60%) dal 2015. Chi fa notare che il calo dello spread vale 10 miliardi.

Ma il vicepremie­r Angelino Alfano twitta: «L’Imu sulla prima casa non si pagherà a giugno né più avanti. È un fatto oggettivo». Il pd Fassina gli replica: «Cancelliam­o l’aumento dell’Iva. Il Pdl non ha maggioranz­a per l’Imu». I grillini sfidano Pd e Pdl: «Smettetela di litigare e appoggiate il nostro emendament­o». Lì l’abolizione Imu prima casa viene finanziata con prelievi fiscali a carico delle concession­arie di giochi d’azzardo, dall’aumento al 27% delle aliquote sulle rendite e plusvalenz­e finanziari­e e dall’aumento della Tobin Tax dallo 0,2% allo 0,3%.

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