IMU E NUOVE ALIQUOTE I RINCARI DEI COMUNI
Entro il 16 maggio la decisione dei sindaci
Il gettito Quest’anno, a differenza dello scorso, l’intero gettito sarà incassato dal Comune e non anche dallo Stato
Quando gli annunci lasceranno il posto ai fatti cancelleremo quel piccolo segno rosso con cui abbiamo cerchiato lunedì 17 giugno. Fino ad allora l'Imu resterà la tassa (fastidiosa) anche per la prima casa. E allora vale la pena ripassare un po’ come funziona. Dovranno versare il «balzello» tutti i proprietari di immobili situati su territorio italiano e tutti coloro che sono titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto o diritto di abitazione per il coniuge superstite). L’Imu, come è noto, non risparmia l’abitazione principale, quella in cui si dimora abitualmente e dove si risiede anagraficamente. L'aliquota per la prima casa varia da un minimo dello 0,2 a un massimo dello 0,6 per cento e comprende anche cantine, soffitte, box e tettoie ad essa collegate. Per gli immobili dati in comodato d’uso gratuito ai familiari non è previsto lo sconto per la prima ca-
sa. Per l’abitazione principale invece è prevista una detrazione di 200 euro più 50 euro per ogni figlio di età inferiore che dimori e risieda nella casa (fino a un massimo di ulteriori 400 euro e quindi pari a un massimo di otto figli). Lo scorso anno la media nazionale dell’Imu prima casa è stato pari a 255 euro.
Le seconde abitazioni
Il discorso è ben diverso per gli immobili che non rientrano nella categoria prima abitazione: in questo caso l’aliquota va da un minimo di 0,46 a un massimo di 1,06 per cento. Entro il 16 maggio i Comuni che non l’avessero fatto prima, potranno aumentare le aliquote sia per la prima casa che per gli altri immobili. È chiaro che se dovesse arrivare il decreto legge di sospensione nessun aumento sarebbe valido. All’interno dell’aliquota 0,4-1,06 per cento rientrano uffici, negozi e laboratori ma l’Imu sostituisce l’Irpef e le addizionali locali per tutti gli im-
mobili tenuti a disposizione (per esempio seconde case o case sfitte). Non sfugge al pagamento neanche chi eredita un immobile anche se in questo caso bisognerà valutare i tempi di successione
Gettito ai Comuni
Quest’anno, a differenza dell’anno scorso l’intero gettito dell’Imu sarà incassato dal Comune e non sarà più necessario dividere l’imposta tra quota comunale e quota statale. Il versamento andrà effettuato in due rate (acconto e saldo) alle scadenze: il 17 giugno (quella che dovrebbe essere congelata per i versamenti per la prima casa) e il 16 dicembre.
Discorso a parte merita il tema dei capannoni industriali già sollevato durante il dibattito all’interno della maggioranza. Nel 2013 l’Imu sui capannoni sarà più gravosa anche nel caso in cui l’aliquota rimanesse quella del 2012. A creare l’aumento sarebbe il coefficiente moltiplicatore utilizzato per la determinazione della base imponibile passerà da 60 a 65. Secondo la Cgia di Mestre la situazione diventa ancor più preoccupante se osserviamo gli aumenti di imposta che si verificheranno quest’anno rispetto al 2011, anno in cui si applicava ancora l’Ici. Per il capannone da 500 mq l’aggravio (a seconda dell’aliquota applicata) varierebbe tra i 1.409 e i 1.572 euro; per un capannone di 1.000 mq l’aumento andrebbe da 3.288 e 3.734 euro; infine, per un fabbricato da 2.000 mq l’incremento oscillerebbe tra i 5.870 e i 6.583 euro.
Il nodo delle imprese
Per questo è già partito l'appello di artigiani e piccole imprese: allargare il congelamento della prima rata anche ai capannoni (come per le prime case) perché questo avrebbe un impatto immediato di aiuto alle piccole realtà imprenditoriali più in difficoltà. L’aumento dell’Imu, infatti, combinato con l’introduzione della Tares (per l’asporto e lo smaltimento dei rifiuti) avrebbe un effetto a tenaglia molto forte sulle piccole e medie imprese. Per loro il 17 giugno potrebbe aprirsi un baratro. Toccherà al governo Letta trovare risorse e strumenti per evitarlo.