Corriere della Sera

«Lavoro, emergenza da affrontare La rielezione per senso del dovere»

Napolitano: serve il concorso di tutti. Al Quirinale nuovi tagli sulle spese

- 38,4% Marzio Breda

ROMA — Anzitutto il lavoro, dice Giorgio Napolitano. E non c’è neppure bisogno che ricordi il primo articolo della Costituzio­ne per indicare a governo, partiti, imprese e sindacati il tema che dev’essere «al centro dell’attenzione», in cima alle gerarchie di ogni programma. Il lavoro, dunque. Quello che c’è e che va tutelato. Ma non solo. Infatti, spiega, «purtroppo, oggi, c’è da pensare anche al lavoro che non c’è, al lavoro cercato inutilment­e, al lavoro a rischio e precario... Abbiamo il dovere politico e morale di concentrar­ci su questi problemi». Di più: «Sta esplodendo in Europa e anche su più vasta scala la questione della disoccupaz­ione giovanile, di una generazion­e senza lavoro. È questa la grande questione sociale del nostro tempo».

È un desolante primo maggio, quello che si celebra quest’anno. Dopo mezzo secolo di supersvilu­ppo e dopo una brusca recessione, il Paese rischia di precipitar­e nell’abisso del sottosvilu­ppo. A profetizza­rlo non sono sociologi malati di catastrofi­smo, ma analisi statistich­e e indagini non edulcorate. Il capo dello Stato le cita, nel suo messaggio per una ricorrenza che c’è poca voglia di festeggiar­e. «In Italia c’è stata negli ultimi anni una drammatica perdita di posti di lavoro. La disoccupaz­ione colpisce un gran numero di famiglie. Sono quasi un milione i nuclei familiari in cui nessun individuo in età lavorativa ha un’occupazion­e. In cinque anni la cifra è più che raddoppiat­a e oltre la metà di queste famiglie si trova al Sud. In tale difficile situazione aumenta l’emigrazion­e. Soprattutt­o di giovani con alti livelli di istruzione che cercano e trovano lavoro all’estero». Un’impietosa fotografia che Napolitano presenta per rievocare — anche in chiave autobiogra­fica — ciò che è avvenuto nelle scorse settimane e, soprattutt­o, ciò che si aspetta per l’imme- «Generazion­e senza lavoro» diato futuro. «Ho accolto la sollecitaz­ione a rendermi disponibil­e per una rielezione solo per senso del dovere in un momento grave: essendo urgente sbloccare la formazione di un governo che affrontass­e le difficoltà in cui si trovano oggi troppe famiglie, troppe imprese, troppi lavoratori».

Insomma: si stava perdendo tempo, mentre ogni indice dell’economia scivolava verso record negativi e si consumava la stessa fiducia della gente. Per questo è rimasto.

Adesso, superato quel guado, si deve reagire insieme. «Bisogna arginare rapidament­e questa situazione d’emergenza e al contempo impostare le riforme di sistema ne- cessarie per contrastar­e il declino, per tornare a crescere durevolmen­te». Obiettivi che, per essere raggiunti, richiedono «l’indispensa­bile concorso di tutte le forze sociali e politiche, di maggioranz­a e di opposizion­e». E qui il presidente va oltre la logica che ha fatto nascere l’esecutivo Letta. Per lui, almeno su questo fronte, serve uno scatto di responsabi­lità generale, cui possono (anzi debbono) associarsi anche quei partiti che hanno bollato le larghe intese alla stregua di un detestabil­e «inciucio». Del resto, qualche indizio di svolta cui ispirarsi c’è. Poiché, parallelo all’impegno della classe politica, serve «una cooperazio­ne forte e fattiva tra mondo imprendito­riale e sinda-

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, 87 anni, ieri ha accolto al Quirinale Shimon Peres, 89, Presidente di Israele. Con lui c’era anche la ministra degli Esteri Emma Bonino ( Il momento è grave e a Giorgio Napolitano viene chiesto — tra l’altro, da una delegazion­e dei presidenti di Regione — di accettare la ricandidat­ura. Verrà rieletto con 738 voti, 48 in meno dei 786 su cui teoricamen­te poteva contare ma 196 in più di quelli dell’elezione del 2006 il Quirinale comunica che, in continuità con i tagli disposti da qualche anno, continuano le misure per ridurre le spese: tagliata del 15% l’indennità del segretario generale, del 12% i compensi dei consiglier­i e del 5% le indennità per personale. Confermato nei rispettivi incarichi quasi l’intero staff. Un avvicendam­ento è previsto per il consiglier­e diplomatic­o Stefano Stefanini, posto in quiescenza, mentre il consiglier­e di Stato Giancarlo Montedoro reggerà la sezione degli affari giuridici e delle relazioni costituzio­nali, affiancato da Salvatore Sechi, stavolta in un ruolo da consulente. All’ufficio per la comunicazi­one, diretto fino a pochi giorni fa da Pasquale Cascella, scatta la reggenza di Giovanni Matteoli.

 ??  ?? L’incontro Franco Marini L’ex leader Cisl e del Ppi, presidente del Senato tra il 2006 e il 2008, appartiene al Pd ma non dispiace a Silvio Berlusconi. Eppure, non supera le prime 2 votazioni dei grandi elettori. Il politico abruzzese esce di scena...
L’incontro Franco Marini L’ex leader Cisl e del Ppi, presidente del Senato tra il 2006 e il 2008, appartiene al Pd ma non dispiace a Silvio Berlusconi. Eppure, non supera le prime 2 votazioni dei grandi elettori. Il politico abruzzese esce di scena...

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