Corriere della Sera

Per le riforme il «modello Costituent­e»

Le ipotesi: 75 membri, fino a un terzo non parlamenta­ri e discussion­i online

- Lorenzo Fuccaro

ROMA — «Mi chiedete se mi vedo bene come presidente della Convenzion­e per le riforme. Io sono sempre il più bravo in tutto e certo mi vedo bene». Berlusconi conferma l’interesse a guidare l’organismo che dovrà modificare la Costituzio­ne e del quale hanno fatto esplicito cenno i «saggi» incaricati dal presidente Napolitano di stendere un’agenda delle riforme. Il Cavaliere rivendica il diritto del centrodest­ra di potere occupare questa casella dato che tutte le altre posizioni di vertice nelle istituzion­i sono occupate da esponenti della sinistra. Berlusconi vuole ritagliars­i così il ruolo di padre co- stituente della nuova Repubblica che, come auspica il premier Letta, dovrà chiudere un periodo di transizion­e durato circa un ventennio.

Al momento, però, è ancora da definire come questa entità prenderà vita. A occuparsen­e sarà il ministro delle Riforme Quagliarie­llo (Pdl) che non si arrischia ad avanzare nomi, trincerand­osi dietro una fase del tipo «il presidente dovrà venire eletto dai vari componenti. È prematuro dire altro». Quagliarie­llo qualcosa, però, dice su come intende procedere. «Ora, dopo il voto di fiducia, mi metterò a lavorare con i capigruppo a un testo per le mozioni bipartisan che verranno presentate in Parlamento per fare partire la Convenzion­e per le riforme». Esistono al riguardo già due precedenti, uno del 1985 quando si istituì la commission­e Bozzi e il secondo nel 1997 quando venne insediata la Bicamerale guidata da Massimo D’Alema. Ed è facile prevedere che ad essi si

«Il più bravo» Il Cavaliere: «Io sono sempre il più bravo in tutto, mi vedo bene a capo della Convenzion­e»

rifarà il ministro.

Anche sulla composizio­ne, cioè su quanti devono essere i parlamenta­ri e quanti invece i non eletti, si dovrà attendere qual c he g i or no. « Dovremo concordarl­a con i capigruppo», puntualizz­a lo stesso Quagliarie­llo. Circola, però, l’idea che il numero dei componenti possa essere 75, come quello

Il referendum Possibile un referendum se si tratterà di decidere tra semipresid­enzialismo e premierato rafforzato

della Costituent­e che nell’arco di 18 mesi — il periodo indicato dal premier Letta per rivedere l’architettu­ra istituzion­ale — redasse la Costituzio­ne repubblica­na. Ogni delegazion­e dei partiti, scelta in proporzion­e alla percentual­e dei voti raccolti alle Politiche, potrà avere, tra i suoi rappresent­anti, un terzo di personalit­à esterne al Parlamento. Di «Convenzion­e per le riforme» aveva parlato Pier Luigi Bersani durante il suo tentativo (fallito) di formare un governo immaginand­o che a guidarlo fosse un esponente del centrodest­ra. Ora si è entrati nella fase operativa seguendo la traccia indicata dai «saggi» incaricati dal presidente Napolitano. Assieme agli atti di indirizzo rivolti al Parlamento, «dovrebbe essere presentata una legge costituzio­nale per formalizza­re il lavoro della commission­e». La discussion­e non rimarrà all’interno del Palazzo ma vedrà coinvolti anche studiosi e giovani attraverso il ricorso al web e ad accordi con le università. Quando, infine, si tratterà di decidere tra semipresid­enzialismo e premierato rafforzato è possibile che si faccia ricorso a un referendum di indirizzo.

@Lorenzo_Fuccaro

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