Epifani, Cuperlo, Fassina: tre nomi per l’«interregno»
ROMA — Reggente, comitato di reggenza o segretario pro tempore? Il dilemma non è solo terminologico, perché dietro la scelta che dovrebbe compiere l’assemblea nazionale sabato 11 maggio, si cela la direzione che prenderà il Partito democratico. Una scelta difficile, necessaria dopo le dimissioni del segretario Pier Luigi Bersani, che ha lasciato il suo incarico dopo la bocciatura delle candidature di Franco Marini e Romano Prodi per il Colle da parte dei franchi tiratori. A settembre-ottobre si svolgerà il congresso, che deciderà il nuovo segretario. Ma nel frattempo occorre trovare una guida. Tra i nomi che circolano con più frequenza ci sono Guglielmo Epifani, Gianni Cuperlo e Stefano Fassina. Storie e linee politiche diverse che entrerebbero in campo a seconda della scelta che farà l’assemblea, rinviata di una settimana proprio per l’impasse. Il primo nodo da sciogliere è se si sceglierà un reggente, destinato a lasciare il campo al congresso, o una persona che potrebbe ripresentarsi a ottobre. Nodo importante, considerando anche che i renziani vorrebbero modificare lo statuto, scindendo la figura del candidato premier da quella del segretario di partito. Epifani, molto applaudito per il suo intervento all’assemblea del gruppo, potrebbe essere un candidato per la segreteria. Ma la sua candidatura non è apprezzata da tutti nell’area ex diessina, perché l’ex segretario Cgil è visto come un «papa straniero», considerata la provenienza socialista, e il suo nome potrebbe portare ad accuse di collateralismo con i sindacati. Più chance, se la chiave scelta sarà quella di premiare qualcuno di quest’area politica, le ha Gianni Cuperlo, che però non sarebbe proprio entusiasta all’idea di fare il reggente in questa fase. Meno probabile il nome di Fassina, considerato un candidato che non unisce e che avrebbe dalla sua soprattutto la questione generazionale. Ma c’è anche un’ipotesi di comitato di reggenza, soluzione collettiva che servirebbe a garantire le diverse aree del partito, a cominciare da quelle rappresentate da Rosy Bindi e da Beppe Fioroni. Per l’autunno, invece, è difficile azzardare previsioni. Sembra ridimensionata, se non accantonata, l’ipotesi di una candidatura di Fabrizio Barca, in contrapposizione a Matteo Renzi. E potrebbe spuntare quella di Nicola Zingaretti, che però sarebbe costretto ad abbandonare la Regione Lazio.