Corriere della Sera

Lega, i pm pronti a bloccare lo yacht Perquisita la casa del figlio di Bossi

La barca è in Tunisia. Maroni: se usati fondi del partito va sequestrat­a

- Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MILANO — Bussa alla porta di Riccardo Bossi la Guardia di Finanza di Milano e perquisisc­e l’appartamen­to nel capoluogo lombardo del figlio del fondatore della Lega Nord nell’ambito dell’inchiesta sullo yacht da 2,5 milioni di euro ormeggiato in Tunisia che si sospetta sia stato pagato con fondi sottratti ai finanziame­nti pubblici ottenuti dal Carroccio. E mentre il Procurator­e aggiunto Alfredo Robledo avvia le pratiche per sequestrar­e la barca in Africa, emergono nuovi particolar­i sul comportame­nto non proprio raffinato di Bossi junior a bordo e fuori della lussuosa imbarcazio­ne.

Su ordine del pm Robledo, gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano hanno acquisito copia dei documenti sulla «Stella» dei quali il Corriere è venuto in possesso in Tunisia pubblicand­oli nell’edizione di ieri. Dai dati emerge che dal 16 marzo 2012 lo yacht è ormeggiato in una banchina di Port El Kantoui, un piccolo ed esclusivo centro turistico sulla costa est della Tunisia a 70 chilometri a sud di Hammamet e a circa 150 dalla capitale Tunisi. Le carte dicono che si tratta di un «Predator 72» costruito nei cantieri inglesi Sunseeker. È una barca prestigios­a, raffinata: scafo blu-notte e bianco da 21,01 metri di lunghezza spinto fino a 32 nodi da due motori diesel da 1.550 cavalli ciascuno, tre cabine e tre bagni per sei persone e i due membri dell’equipaggio (ma può ricevere anche altri 4 ospiti), costo tra i due e i tre milioni di euro a seconda dell’allestimen­to. Dalle intercetta­zioni in possesso del- la Procura, è emerso che lo yacht sarebbe intestato a un prestanome, ma che il vero proprietar­io sia Riccardo Bossi. Lo diceva al telefono l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito dopo essere stato licenziato ed espulso dal partito a seguito dello scandalo sull’uso dei rimborsi elettorali. Ma gli inquirenti non escludono che la provvista per l’acquisto della barca, troppo alta per passare inosservat­a tra le maglie dei bilanci 2008 e 2009, possa avere una provenienz­a diversa e ancora più sospetta.

La «Stella» appartiene ufficialme­nte alla società inglese «Stella luxury charter ltd» fondata in Inghilterr­a il 13 dicembre 2007, sette mesi prima di immatricol­are lo yacht. In pancia ha beni per un milione 172 mila sterline, circa un milione e 388 mila euro, forse il valore attuale di un «Predator 72» del 2008. Unico socio della «Stella luxury charter ltd» è Stefano Alessandri un imprendito­re nato 53 anni fa a Roma, ma da fine 2011 con residenza in Estonia, che ha trascorso periodi di vacanza a bordo assieme a Riccardo Bossi, con il quale condivide la passione per le corse d’auto nelle categorie minori. Anche la casa di Monza di Alessandri è stata perquisita dalla Gdf.

A sentire le testimonia­nze di chi ha potuto osservare i due amici, spesso accompagna­ti sulla barca da giovani e belle donne, a comandare, a dare ordini perentori era sempre e solo Bossi. Ruoli e presenze sono proprio quello che gli investigat­ori vogliono accertare anche con le perquisizi­oni. Il 34enne primogenit­o del Senatùr sarebbe spesso stato sgarbato. Lo raccontano sia a Port El Kantaoui, sia a Mentone, dove la «Stella» è rimasta ormeggiata per un paio di anni prima di approdare in Tunisia. Isabelle Vincent, 53 anni, dic e c he, c ome molte barche, anche la «Stella» aveva un conto mensile nel suo negozio di attrezzatu­re nautiche che si trova nel porto di Mentone-Garavan. Suo marito è elettricis­ta e ha fatto molti interventi, talvolta urgenti, sullo yacht. «A settembre 2011, il conto era arrivato a 1.260 euro, ma sfortunata­mente — spiega — non siamo stati pagati». Anzi, «nonostante numerose e-mail e telefonate, principalm­ente a Stefano Alessandri, che appariva socio di Bossi, tutto ciò che abb i a mootte nuto è stato unvaf...». A un certo punto, aggiunge la signora, il capitano, un inglese di nome Gary, «è stato licenziato» e, «cosa mai accaduta prima, questa barca di lusso ha lasciato il porto di notte a luci spente, manovra incredibil­e per un’imbarcazio­ne di quella stazza. In altre parole, sono scappati e, per quanto ne so io, senza pagare neppure l’ormeggio».

«È un bella barca. Se fosse vero che è stata comprata con i soldi della Lega, richiedere­mo subito il sequestro perché quei soldi devono tornare alla Lega», dichiara il segretario del Carroccio Roberto Maroni quando Robledo ha già mosso i suoi primi passi con la Tunisia.

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