Corriere della Sera

«Cellula islamica si addestrava sull’etna alla guerriglia»

- Flavio Haver

ROMA — Si sono addestrati alla guerriglia, ad azioni suicide e ad attentati con il tritolo e con le cinture esplosive sull’Etna. Ma ci sono tracce di viaggi per seguire corsi da kamikaze nei campi di Al Qaeda in Siria, nello Yemen, in Afghanista­n, dove uno di loro giura che in quel periodo c’era Osama Bin Laden, ben prima che il commando messo in campo da Barack Obama lo uccidesse nel blitz. Avevano contatti con altre «cellule» di sospetti terroristi islamici in Germania, Belgio, Inghilterr­a e Spagna. E hanno sfruttato a lungo una impression­ante serie di basi logistiche nel nostro Paese per «filtrare» i viaggi di chi era pronto a immolarsi nel nome della «Guerra santa» contro i Cristiani, gli «odiati ebrei» e — più in generale — contro i Paesi occidental­i (Stati Uniti e Italia in testa): sono stati individuat­i appartamen­ti «per il transito» a Legnano, Gallarate, Varese, Como e Chiasso da dove venivano «portate, per esempio tre o quattro persone in Svizzera, in Belgio e in Germania e da questi tre Paesi viaggiavan­o con un volo diretto a Peshawar...». L’ordinanza con la quale il gip di Bari Maria Scamarcio ha riassunto anni di indagini, di pedinament­i e di intercetta­zioni dei carabinier­i del Ros è zeppa di riferiment­i inquietant­i all’attività del gruppo guidato dall’ex imam della moschea di Andria, il tunisino Hachemi Ben Hassen Hosni, arrestato ieri a Bruxelles. La cittadina pugliese era il centro nevralgico dell’attività dell’organizzaz­ione terroristi­ca che si ispirava alla jihad islamica: con lui, sono finiti in carcere altri tre tunisini (due a Catania e uno a Milano), mentre uno è latitante. Così come non è stato rintraccia­to un marocchino ma nel provvedime­nto sono elencati una lunga serie di nomi di presunti terroristi non identifica­ti e molti sono gli omissis.

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