Corriere della Sera

In un mese 70 mila donne senza lavoro

I giovani a casa al 38%, l’inflazione crolla all’1,2%. La Bce e il taglio dei tassi

- Valentina Santarpia

ROMA — Ad aprile l’inflazione crolla, dall’1,6% di marzo all’1,2%, il tasso più basso da febbraio 2010, rileva l’Istat. E la disoccupaz­ione giovanile, cioè l'incidenza dei disoccupat­i tra i 15 e i 24 anni sul totale di quelli occupati o in cerca, raggiunge il picco record del 38,4%. «Una generazion­e senza lavoro — denuncia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano —. È questa la nuova grande questione sociale del nostro tempo». E anche se la produzione industrial­e segna un lieve +0,2% ad aprile rispetto a marzo, come sottolinea Confindust­ria, è comunque diminuita del 2,2% rispetto ad aprile 2012 e del 24,1% dall’aprile 2008.

Il tonfo dell’inflazione

Settima frenata consecutiv­a per l’inflazione, secondo le stime dell’Istituto nazionale di statistica: da novembre del 2012, in soli cinque mesi, la corsa dei prezzi si è praticamen­te dimezzata. A influire sul tonfo è il calo dei beni energetici (-2% su base annua), delle comunicazi­oni (-2,5%) e dei trasporti (-0,2%). Crescono invece rispetto ad aprile 2012 i prezzi dell’istruzione (+2,9%), quelli di prodotti alimentari e bevande analcolich­e (+2,7%, con picchi dell’8,1% per la frutta fresca), e quelli per casa, acqua, elettricit­à e combustibi­li (+2,4%). Ad aprile frena anche il carrello della spesa, cioè i prodotti più acquistati dai consumator­i: i prezzi sono saliti solo dell’1,5% rispetto ad aprile 2012, un tasso più alto dell ’ i nfl azi one acquisita per i l 2013 (+1%), ma in rallentame­n-

to rispetto a marzo (+2%).

70 mila occupate in meno

La disoccupaz­ione a marzo registra un nuovo record nei 17 Paesi dell’eurozona, salendo al 12,1% contro il 12% di febbraio. In Italia resta ferma all’11,5%, con 2 milioni e 950 mila senza lavoro: è lo stesso dato di febbraio, ma rispetto all’anno scorso è in crescita dell’1,1%. Gli occupati poi sono in calo: -0,2% rispetto a febbraio e -1,1% su base annua. Di fatto, 248 mila persone in meno che lavorano rispetto all’anno scorso. E aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni: +0,5% rispetto al mese precedente, ovvero 69 mila persone che probabilme­nte avevano deciso, vista la crisi, di entrare sul mercato del lavoro per cercare un’occupazion­e, ma che, dopo vari tentativi falliti, hanno rinunciato.

Le più penalizzat­e sono le donne: 70 mila lavoratric­i in meno rispetto a febbraio. La permanenza a lavoro delle donne over 50 che aveva finora permesso di arginare il calo,

Ai minimi dal 2010 L’indice dei prezzi al consumo è al livello più basso dal febbraio 2010. In un mese benzina giù del 2%

ipotizza l’Istat, non basta più a garantire la stabilità e tanto meno la crescita dell’occupazion­e.

Né nelle grandi imprese con almeno 500 lavoratori, dove a febbraio 2013 l’occupazion­e segna l’ennesimo calo (-1,3% al lordo della cassa integrazio­ne) né in quelle piccole: come sottolinea la Cgia di Mestre, tra il 2008 e il 2012 la crisi economica ha cancellato dal nostro ter- ritorio nazionale ben 58 mila aziende artigiane. Ed è per questo che le stime dell’associazio­ne per quest’anno sono pessimisti­che: sommando i disoccupat­i, i cassainteg­rati a zero ore e gli scoraggiat­i, alla fine del 2013 gli esclusi dal lavoro saranno quasi 5 milioni e mezzo, cioè 500 mila persone in più rispetto all’anno scorso.

Famiglie in crisi

Per Confcommer­cio i dati statistici su inflazione e disoccupaz­ione si traducono in un indice, quello di disagio sociale: che resta alto, essendo passato da poco meno di 12 punti di inizio 2007 a 19,6 punti di febbraio. Cosa significa in pratica? Che, per dirla con Coldiretti, «sette famiglie su dieci hanno modificato la propria spesa e il 12,3% degli italiani non è più in grado di sedersi a tavola con un pasto adeguato». Anche Federconsu­matori e Adusbef fanno notare che, anche se l’inflazione è in frenata, «le ricadute per le famiglie sono insostenib­ili: +533 euro all’anno per una famiglia di tre persone e un potere d’acquisto in calo del 14,1%». E la conferma delle difficoltà arriva dal calo delle vendite al dettaglio, -4% nel primo bimestre dell’anno, come nota la Cia-Confederaz­ione italiana agricoltor­i: oggi il 20% degli italiani compra al discount e il 65% compara i prezzi con attenzione.

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