PER ATLANTIA PIÙ AEROPORTI (ANCHE IN CILE) E MENO ALITALIA
I ruoli
di «azionisti di Alitalia e di Adr (Aeroporti di Roma, ndr) sono incompatibili». L’assemblea dei soci di Atlantia, azionista all’8,85% della compagnia aerea, ha appena approvato la fusione per incorporazione di Gemina, che controlla Adr, e già si vedono i primi effetti. «Non pensiamo a medio termine di restare azionisti di Alitalia» spiega l’amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci (foto). Nel bilancio 2012 il gruppo autostradale ha ulteriormente svalutato la sua quota: «Dai 100 milioni investiti siamo scesi a circa 20 milioni: mi sembra un livello ragionevole, non c’è motivo di ulteriori rettifiche» ha spiegato Castellucci. Che ora vede il futuro del nuovo soggetto nello sviluppo degli aeroporti: «Parteciperemo con grande interesse ad alcune iniziative di privatizzazione». Per le concessioni aeroportuali «siamo molto interessati ai mercati di Brasile e Cile». E, a proposito dell’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino, che prevede anche degli espropri, Castellucci ha detto che «la forza del progetto supererà ogni resistenza. Spero venga fatto nel minor tempo possibile perché dodici anni persi ci fanno partire già un po’ in ritardo...». In attesa dei lavori, l’aumento delle tariffe aeroportuali di Adr porta già i suoi effetti sui conti: il rapporto tra debito e Ebitda si attesterà intorno al 2,5. Alla fusione manca però ancora un elemento: l’approvazione da parte dell’Antitrust cui l’operazione è stata notificata il 12 aprile.