Greco: cessioni e nessun aumento
L’amministratore delegato: il rilancio non peserà sui soci Generali
Sergio Balbinot, Gabriele Galateri Di Genola e Mario Greco all’assemblea Generali
L’indebitamento del gruppo considerato eccessivamente oneroso: costa 750 milioni l’anno e espone alle agenzie di rating secondo il management della struttura e dei sistemi di governance». Generali procederà dunque al ripristino del patrimonio e a una crescita organica. «Quando avremo conseguito gli obiettivi nel 2015 discuteremo se sarà opportuno fare operazioni di crescita e come finanziarle». «Svilupperemo il business in Asia e America Latina, ma non stiamo guardando ad acquisizioni».
Altro punto cardine è il focus sulle assicurazioni. «La compagnia non investirà in partecipazioni strategiche fuori da questo core business». Ecco dunque la non adesione all’aumento di Rcs (sulla partecipa-
Sopra, Francesco Gaetano Caltagirone e Paolo Scaroni. Sotto, Ornella Barra e Vincent Bollorè zione e voto in assemblea il top manager non si sbilancia: «Vedremo») e l’atteggiamento «laico» sui patti. «La partecipazione in Mediobanca», «è pari all’1,9% e vale 80 milioni». È in vendita? «Non possiamo vendere all’interno dei patti e dobbiamo agire quando si presentano le condizioni previste dagli accordi. Nel caso di Mediobanca queste condizioni non esistono e la domanda non si è mai posta». Il group ceo non risponde poi su come procederà Generali al momento del rinnovo del patto di Piazzetta Cuccia.
Attenzione in assemblea è stata destinata al tema delle parti correlate. Greco ha premesso che «allo stato non c’è evidenza» di vantaggi occulti e responsabilità nelle operazioni di Generali con parti correlate. «Abbiamo valutato portafoglio e investimenti con una revisione sostanziale dei valori. Continueremo le verifiche e se troveremo qualcosa prenderemo le iniziative necessarie». Greco ha poi detto di aver disdettato il patto di Agorà, cui fa capo la Save (aeroporto di Venezia). Con Finint, socio di Agorà, i rapporti sono «complessi», «in varie sedi» e Generali vuole razionalizzarli. Ci sono poi le posizioni con i grandi soci. Verso Mediobanca il Leone ha finanziamenti attivi per 566 milioni, con interessi per 24, e ne ha ottenuti per 500 milioni, con 25 di interessi; verso Intesa l’esposizione è di 2,2 miliardi: investimenti azionari per 585 milioni, obbligazionari per 1,3 miliardi, depositi e fondi per 200 milioni; verso De Agostini 26 milioni di finanziamenti con interessi attivi per 1,5 milioni. La quota in Lottomatica «risale a molti anni fa, vale 132 milioni e ne ha pagati 3,5 di dividen-
Focus sulle polizze «Svilupperemo l’attività in Asia e America Latina, non guardiamo a nuove acquisizioni»
do. L’investimento in Dea Capital «non è significativo».
Particolari, qualcuno sul filo della battuta (Galateri: Cesare Geronzi è ancora presidente della Fondazione? «Per altri tre anni. Pacta sunt servanda. Pazientemente aspettiamo che il tempo passi») e dopo le risposte si passa alle votazioni. Fra i soci principali l’unica novità è la presenza del Fondo strategico di Cdp che ha rilevato il 4,5% di Bankitalia mentre non si sono presentati Effeti (2,21%) e Ferak (1,02%). Il consiglio a 11 componenti è nominato con il 66% dei voti per quanto riguarda la lista proposta da Mediobanca e i maggiori azionisti e il 30% va alla lista Assogestioni. Da Piazzetta Cuccia arriva «soddisfazione» per il board «con la presenza di figure di standing elevato, atto finale di un miglioramento della governance che avvicina la compagnia ai migliori livelli internazionali». La linea di Galateri e Greco sulle strategie «è esattamente quella spinta» dalla stessa Mediobanca.