Iveco frena Fiat Industrial, giù il titolo «Ma lo sbarco a Wall Street è confermato» Il gruppo
MILANO — Del primo trimestre può di r e c he « nel complesso è soddisfacente»: frenano i camion di Iveco, ma girano a pieno ritmo le macchine agricole di Cnh. Il che consente a Fiat Industrial di chiudere i primi tre mesi con risultati sostanzialmente stabili: ricavi a 5,8 miliardi, utile della gestione ordinaria a 408 milioni (da 431 un anno fa), utili netti a 195 (contro 202). Ciò nonostante, Sergio Marchionne deve ritoccare al ribasso gli obiettivi per l’intero 2013. Ed è questo a buttare giù il titolo in Borsa. Pesantemente.
Certo: Industrial nelle ultime settimane era salita parecchio, trainata dalle prospettive che si apriranno con la fusione. Tutto secondo i piani, lì. Come più tardi, in conference call, confermerà il presidente: «L’integrazione procede a tutta forza» e lo sbarco a Wall Street della nuova società rimane previsto «nel terzo trimestre». Una rassicura- L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne ha detto agli analisti che «il business del gruppo è in buona forma: sono fiducioso che usciremo dall’anno in corso rafforzati» zione che arriva però a Borsa chiusa e che, probabilmente, non sarebbe comunque bastata ad attenuare il colpo dei target ridimensionati. Non è sufficiente nemmeno che la revisione fosse stata preannunciata e fosse, dunque, attesa. Adesso che sta scritta nero su bianco in una nota ufficiale del consiglio d’amministrazione, riunito ieri a Detroit, alle azioni Industrial costa un calo del 5,30%. Con «contagio» sul resto della ga- lassia torinese. Per la seconda seduta di fila ritraccia Fiat: —2,70% a ventiquattr’ore dal board che all’opposto, per l’auto, aveva confermato le stime annue a dispetto di una trimestrale in marcato ridimensionamento. E finisce ovviamente in rosso la holding di controllo di entrambe le società: per Exor la giornata a Piazza Affari si chiude a -4,76%. Tutto sulla scia di Industrial.
Dirà Marchionne, poi, con gli analisti: «Il business del gruppo è in buona forma e sono fiducioso che usciremo dall’anno in corso rafforzati». Intanto però, che sia realismo o solo prudenza, il 2013 lo deve rivedere. Sostanzialmente per una ragione: la pessima Europa dei camion.
Sono i conti di Iveco (9 milioni di perdita della gestione ordinaria su ricavi in calo del 3,9%, a 1,8 miliardi) a non far crescere i dati trimestrali nonostante le buone performance di Cnh (trainata dalle macchine per l’agricoltura, il cui fatturato sale dell’8,3%, chiude con 411 milioni di utili della gestione ordinaria). È Iveco — ed è , ripete il presidente, «soprattutto l’incertezza sull’andamento del mercato europeo» — a portare al ritocco dei target. Industrial stimava un fatturato 2013 in aumento del 5%: ora siamo tra il 3 e il 4%. Il margine della gestione ordinaria era visto tra l’8,3 e l’8,5%: la forchetta adesso si amplia e scende al 7,5-8,3%. Infine, l’indebitamento industriale. Salirà: dagli 1,1-1,4 miliardi previsti fino a ieri agli 1,4-1,6 indicati adesso dal consiglio.