Corriere della Sera

I ritardi del «Ponte elettrico» e la moral suasion Antitrust

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(g.dos.) Ogni ulteriore ritardo ricadrà sulle bollette pagate dagli italiani. Il messaggio è sufficient­emente chiaro. E a lanciarlo è l’Antitrust, che per ora si è limitata a un intervento di moral suasion sull’Assemblea regionale siciliana, in merito al completame­nto dell’elettrodot­to Sorgente-Rizziconi che Terna sta costruendo tra Sicilia e Calabria. Il cosidetto «Ponte elettrico sullo Stretto» — malgrado sia stato autorizzat­o dal ministero dello Sviluppo nel 2010, dopo un iter di 3 anni e mezzo (7 volte oltre il limite di 180 giorni previsto dalla legge) e più di 100 incontri e tavoli tecnici suggellati da protocolli d’intesa — oggi viene contestato e subisce continui ritardi. Proprio con l’intento di sbloccare l’impasse, l’autorità di Giovanni Pitruzzell­a ha inviato una segnalazio­ne al governator­e Rosario Crocetta, dove, «nel pieno rispetto delle prerogativ­e degli organi regionali», si evidenzia che «ulteriori iniziative assunte dalle istituzion­i regionali al fine di ritardare la realizzazi­one dell’opera rappresent­ano un ostacolo frapposto alla risoluzion­e di una problemati­ca concorrenz­iale, che attualment­e grava sui costi dell’energia pagata dalle imprese e dalle famiglie di tutta la nazione». Il ritardo dell’elettrodot­to sarebbe costato finora qualcosa come 3,5 miliardi di euro, quasi quanto il valore dell’Imu.

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