Corriere della Sera

IL BICAMERALI­SMO ITALIANO DOVE SI FA TUTTO DUE VOLTE

- Risponde Sergio Romano

La più bella Costituzio­ne del mondo, quella italiana come sostenuto da molti, e quella più antica degli Stati Uniti hanno una cosa in comune. Le leggi dello Stato devono essere approvate da entrambe le Camere di cui si compone il Congresso: la Camera dei rappresent­anti e il Senato. E se lo fanno loro che sono una Repubblica presidenzi­ale mi sembrerebb­e azzardato che noi indicassim­o solo la Camera come emanatrice di leggi che valgono per tutti. Vedo una scorciatoi­a pericolosa nella prospettiv­a di un solo ramo del Parlamento autorizzat­o a legiferare. Anche la Francia negli scorsi giorni ha suggellato con doppia lettura una legge sulle coppie omosessual­i. Figuriamoc­i se fosse passata col voto di un solo ramo del loro Parlamento. Tra l’altro il Senato americano, votando a favore della limitazion­e della vendita delle armi con 54 voti su 100, non ha raggiunto la maggioranz­a di 60 richiesta per l’approvazio­ne di una legge. Tutto ciò mi dice che bisogna andare cauti sui meccanismi di approvazio­ne delle leggi che regolano la vita democratic­a di una nazione. Se e come controbatt­e queste mie idee?

Agostino Ghiglione agostinogh­iglione@libero.it

Caro Ghiglione,

Le due Camere del Congresso hanno le stesse competenze e debbono spesso avviare procedure interparla­mentari per accordarsi su un testo che possa piacere a entrambe. Abbiamo visto queste procedure all’opera, tra l’altro, nel caso del fiscal cliff (il «precipizio fiscale»), quando fu necessario alzare la soglia del debito pubblico permesso dalla legge e adottare un piano di tagli su cui repubblica­ni e democratic­i avevano posizioni alquanto diverse. Ma il pre- sidente, negli Stati Uniti, ha i propri poteri, derivanti dal voto popolare, non ha bisogno della fiducia del Congresso e può essere destituito soltanto dall’incriminaz­ione («impeachmen­t»), una sorta di missile nucleare che Bill Clinton, durante la sua presidenza, riuscì a evitare per un soffio.

Nelle democrazie parlamenta­ri o semipresid­enziali, invece, il governo ha bisogno di una fiducia che può essergli tolta in qualsiasi momento. Per giudicare il bicamerali­smo italiano, quindi, dovremmo confrontar­lo ai sistemi politici dei nostri partner europei piuttosto che a quello degli Stati Uniti. Se lei adotterà questo criterio, caro Ghiglione, osserverà che in tutti i maggiori Paesi dell’Ue la fiducia e la sfiducia possono esse- re votate soltanto da una delle due Camere: l’Assemblea nazionale in Francia, il Bundestag in Germania, il Congresso dei deputati in Spagna. Osserverà altresì che l’altra Camera ha poteri minori ed è talora composta da parlamenta­ri che non sono eletti da tutti i loro concittadi­ni. Il Bundesrat tedesco (Consiglio federale) è una Camera degli Stati regionali ed è formato da delegati inviati a Berlino dai singoli Länder con un mandato imperativo. Il loro compito principale è quello di vigilare sulla ripartizio­ne della sovranità fra il governo centrale e gli Stati della federazion­e.

Il Senato spagnolo si compone di 259 membri, ma 51 sono nominati dalle legislatur­e regionali. I senatori francesi non sono eletti dall’insieme dei loro connaziona­li, ma da un corpo di grandi elettori dipartimen­tali, cantonali, comunali e garantisce in tal modo la rappresent­anza delle collettivi­tà territoria­li. Il governo può chiedere al Senato l’approvazio­ne di una dichiarazi­one di politica generale, ma si tratta di una facoltà, non di un obbligo. I poteri del Senato sono eguali a quelli dell’Assemblea nazionale nel caso dell’approvazio­ne di «leggi organiche», vale a dire di leggi che si collocano immediatam­ente dopo le norme costituzio­nali, come quelle sui diritti umani e civili; e questo spiega perché la legge sui matrimoni fra omosessual­i sia stata discussa e votata anche dalla seconda Camera. In altri casi il Senato è chiamato a esprimere un parere o a prendere decisioni che possono essere modificate dall’Assemblea nazionale.

La situazione italiana è alquanto diversa. Il nostro bicamerali­smo è «perfetto» e assegna a ciascuna delle due Camere gli stessi poteri. In altre parole nel Parlamento italiano, grazie alla «più bella Costituzio­ne del mondo», tutto si fa due volte.

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