Corriere della Sera

Capolinea Mourinho

Impresa mancata con il Real: «Andrò dove mi amano»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

MADRID – Qualcosa di storico doveva accadere, aveva previsto il nuovo guru del calcio mondiale Jurgen Klopp. Non è stato la rimonta epica del Real Madrid, lo è stato il ritorno in finale di Champions dopo 16 anni di questo Borussia Dortmund magnifico, giovane e moderno, uscito illeso da una splendida partita: elettrica subito quando il Real l’ha aggredita; placatasi dopo gli errori bianchi e le fenomenali parate di Weidenfell­er; in mano ai tedeschi in una ripresa giocata tanto bene da ritenere il gol un accessorio superfluo, quasi volgare; infine riaperta in extremis dall’orgoglio di un grande club. È finita 2-0 per il Madrid, poteva andare in dieci altri modi, anche con il Real qualificat­o. «Se avessimo giocato la metà di questa volta — dirà Sergio Ramos — saremmo passati». Troppo tardi, e il Bernabeu alla fine era giustament­e tutto in piedi. Saltavano ubriachi i tedeschi, applaudiva­no fieri gli spagnoli, si stringevan­o la mano Klopp e Mourinho. Altro dal calcio non si può volere.

Il Real aveva provato a caricarsi con la proiezione al Bernabeu delle famose rimonte dell’era di Juanito e Santillana, con la benedizion­e del presidente Florentino Perez nel vestuario, con il mantra urlato in città fin dal mattino «sì, se puede». In campo poi Mourinho ha inventato alcune variazioni tattiche importanti rispetto all’andata: fuori Pepe e Khedira, sono entrati a destra Essien terzino e Di Maria esterno. Ra- mos è così passato al centro in funzione anti-Lewandowsk­i (mossa riuscita), Modric è scalato playmaker davanti alla difesa e Ozil è tornato trequartis­ta centrale.

Klopp è partito con lo stesso undici di Dortmund, presto modificato per l’infortunio muscolare di Gotze (dentro Grosskreut­z e Reus scivola al centro), ma la vera differenza in avvio l’ha fatta la disperazio­ne. Il Real è scattato a razzo facendo tutto bene: i tagli di Di Mar i a , gliallar gamenti di Hi- guain, gli accentrame­nti di Ronaldo, la regia mobile di Modric. Risultato: tre palle gol nette in 15’, però tutte fallite. Su Higuain e CR7 ha parato l’ottimo Weidenfell­er, poi Ozil ha fallito solissimo davanti al portiere e l’errore è parso chiudere la partita quando ancora era l’alba.

Col tempo infatti il Dortmund — fin lì aggrappato al portiere, ai giganti Subotic e Hummels e al superlavor­o difensivo degli esterni abbassati spesso a formare un 4-4-2 mai statico — ha rallentato i ritmi e alzato la zona del recupero palla (una sua arma fondamenta­le). Il Real è finito nel labirinto del possesso palla fine a se stesso, dei lanci e delle percussion­i frenetiche di Ronaldo, sempre più solo. Segnali di impotenza. Non a caso, verso la mezz’ora, Mourinho si è seduto: doveva aver capito tutto.

Anche che nella ripresa sarebbe potuta andare peggio: il Borussia, sempre più bello e leggero nei piedi del bravissimo Reus, ha avuto due chiare palle gol con Lewandowks­i in serata no (una traversa) e una con Gundogan, su cui Lopez ha fatto un miracolo.

Si aspettava solo il gol del trionfo tedesco, invece al 38’ ecco il lampo dei due panchinari bianchi: Kakà per Benzema, gol e tutto è cambiato. Il Borussia ha scoperto la paura, Weidenfell­er è stato miracoloso su Benzema ma poco dopo è crollato su Ramos.

In una bolgia dantesca sono corsi gli ultimi 7 minuti, lunghissim­i per il Borussia, troppo brevi per il Madrid e Mourinho. Mentre Klopp e i suoi giovani eroi vanno a Wembley, José, il collezioni­sta di Champions colpito dalla maledizion­e della Decima coppa madridista, prepara la sua vita altrove, via da qui: «Non starò fermo, andrò dove mi amano». Al Chelsea, ma con un rimpianto in più.

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 ??  ?? Incompiuta Cristiano Ronaldo non riesce a battere il portiere Weidenfell­er. Mourinho è fuori dalla Champions, il suo Real ha solo sfiorato l’impresa
Incompiuta Cristiano Ronaldo non riesce a battere il portiere Weidenfell­er. Mourinho è fuori dalla Champions, il suo Real ha solo sfiorato l’impresa
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