Corriere della Sera

Bruxelles: bene le misure dell’Italia ma basta rinvii sul pareggio di bilancio

Il sottosegre­tario, Delrio: troppi ritardi sui fondi Ue, a rischio 5 miliardi

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE L. Off. loffeddu@corriere.it

BRUXELLES — Più frasi di lode per le misure economiche annunciate da Roma, «molto bene» soprattutt­o per la riduzione del cuneo fiscale alimentata con la spending review, o revisione della spesa pubblica. E poi, un monito: conti in ordine, e subito. Tenete i conti in ordine, rispettate i paletti, ripete in sostanza la Commission­e europea all’Italia, dopo un primo esame preliminar­e del Def, il Documento di economia e finanza firmato dal governo Renzi, che dal 17 aprile passerà al vaglio del Parlamento. Secondo la Ue, al più presto, «l’Italia deve portare il bilancio in pareggio in termini struttural­i, per mettere il suo elevatissi­mo debito pubblico su una traiettori­a discendent­e». Nel 2013, la Commission­e aveva chiesto all’Italia di « conseguire e mantenere l’obiettivo di medio termine a partire dal 2014». E l’obiettivo di medio termine era precisamen­te il pareggio di bilancio: che proprio il Def del 2013, scostandos­i di poco dalla richiesta europea, prometteva per il 2015. Adesso, però, tutto slitta al 2016. In questo 2014 che sta ancora scorrendo, il saldo resta arenato allo 0,6% del prodotto interno lordo, oltre quello 0,5% che segna il confine del pareggio. E sarà nel 2016, assicura oggi Palazzo Chigi, che il deficit struttural­e verrà azzerato.

La Commission­e prende atto. Si dice soddisfatt­a perché comunque diverse misure sono state avviate bene: l’intenzione dichiarata da Matteo Renzi di «assicurare l’effettiva attuazione delle misure già decise è molto importante dati i divari e ritardi nell’attuazione sperimenta­ti nel passato». L’Italia va «nella giusta direzione», fa eco il Fondo monetario, ma deve proseguire «verso la parità di bilancio». Da Verona, dove si trova per il Vinitaly, Renzi difende la sua politica economica: «Escludo totalmente che vi sia bisogno di una correzione di bilancio quest’anno, la nostra previsione di crescita dello 0,8% è molto cauta: e ci aspettiamo sorprese positive, non negative, nel corso dell’anno». Anche se il suo sottosegre­tario Graziano Delrio lancia già un allarme: per l’Italia c’è «il pericolo di perdere oltre 5 miliardi di fondi europei», dato il «gravissimo ritardo» nel loro uso.

A modulare questa volta i vari messaggi da Bruxelles è Simon O’Connor, portavoce del commissari­o agli Affari economici Olli Rehn (in aspettativ­a perché candidato alle elezioni). Da un lato, spiega, la Commission­e attende di avere il testo definitivo del documento approvato dal Parlamento, che poi «valuterà attentamen­te», poiché «deve verificare se gli sforzi struttural­i sono in linea con gli impegni e gli obiettivi nel rispetto del patto di Stabilità e crescita». Dall’altro lato, la stessa Commission­e «accoglie con favore l’impegno a finanziare la riduzione delle tasse per i lavoratori con salario basso interament­e con tagli alla spesa». Con il giudizio ribadito di «misure molto positive» torna poi sull’ «accelerazi­one dell’agenda delle riforme, con scadenze specifiche per ogni misura». Perché «un’attuazione decisa

«Niente manovre» Renzi: «Escludo totalmente che vi sia bisogno di una correzione di bilancio quest’anno»

del programma di riforme struttural­i è essenziale per sostenere la ripresa incipiente e rafforzare la crescita e l’occupazion­e potenziale». Ancora lodi per taglio dell’Irpef da 6,7 miliardi ( 10 nel 2015), coperto «principalm­ente con la spending review»; per cessioni del patrimonio pubblico per lo 0,7% del Pil, per la riforma della Pubblica amministra­zione e lo sblocco dei debiti accumulati dalla stessa; e per le privatizza­zioni. Le previsioni economiche che la Commission­e diffonderà a maggio «incorporer­anno» tutti questi impegni, con i dettagli delle coperture. Vuol dire che, nonostante tutti gli scetticism­i, talvolta giustifica­ti, a Bruxelles c’è chi crede ancora in noi.

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