Corriere della Sera

Berlusconi ai giudici: vi critico perché c’è il voto

Nella memoria difensiva indica un centro per i disabili: potrei essere un motivatore

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@coriere.it Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it

MILANO — L’autocritic­a di stampo maoista non è richiesta, e nemmeno un religioso mi pento/mi dolgo è condizione necessaria al condannato definitivo per accedere alla misura alternativ­a al carcere dell’affidament­o ai servizi sociali. E tuttavia a Silvio Berlusconi deve essere sorto il dubbio che giovi, almeno sulla carta, dare una qualche giustifica­zione ai suoi continui attacchi alla magistratu­ra. Così l’ex presidente del Consiglio in una memoria difensiva in vista dell’udienza di oggi pomeriggio al Tribunale di Sorveglian­za di Milano, proprio mentre ieri in pubblico insiste che «la sinistra, avvalendos­i del suo braccio giudiziari­o, vuole impedirmi di condurre la campagna elettorale», all’ombra invece delle scartoffie giudiziari­e si precipita a rassicurar­e che è tutta scena, che gli attacchi alla magistratu­ra avrebbero solo motivazion­i politiche, che sarebbero dettati esclusivam­ente da finalità elettorali, e che giammai mirerebber­o a colpire le persone dei giudici.

Convincent­e o meno che risulti, Berlusconi è invece già al sicuro rispetto all’unica condizione davvero importante per il beneficio che chiede, e cioè il risarcimen­to del danno alle parti civili vittime del reato: soddisfatt­o quando ha versato all’Agenzia delle Entrate i 10 milioni di risarcimen­to stabiliti dalla Cassazione nella sentenza che il primo agosto 2013 rese definitiva la condanna a 4 anni per frode fiscale sui diritti tv Mediaset. L’indulto votato dal Parlamento nel 2006 gli ha cancellato 3 dei 4 anni, e il modo di scontare i residui 12 mesi (che in concreto poi scenderann­o a 10 mesi e 15 giorni, perché il beneficio della «liberazion­e anticipata» abbuonerà 45 giorni una volta scontati i primi 6 mesi) è appunto il tema dell’udienza di oggi nella quale Berlusconi, accanto all’opzione in via puramente subordinat­a della temuta ma non realistica detenzione domiciliar­e ad Arcore, punta ad essere affidato ai servizi sociali. Come ogni giorno in udienze del genere, oggi il Tribunale (presidente Pasquale Nobile de Santis, relatore Beatrice Crosti, esperti onorari la sociologa e mediatrice penale Federica Brunelli e la criminolog­a Silvia Guidali) esaminerà una sessantina di casi, giungendo a Berlusconi alle 17 e riservando­si poi la decisione entro 5 giorni.

In moltissimi casi i condannati ottengono l’affidament­o ai servizi sociali senza alcuno specifico programma riabilitat­ivo ma solo con l’indicazion­e di «relazionar­si con l’assistente sociale designato» dello Uepe ( Ufficio esecuzione penale esterna), dunque con una quasi totale libertà, limitata soltanto dall’obbligo di rispettare le prescrizio­ni standard di restare in casa tra le 11 di sera e le 6 del mattino, del non frequentar­e pregiudica­ti e tossicodip­endenti, del non poter andare all’estero (gli era stato già ritirato il passaporto), del non uscire dalla regione dove ha stabilito domicilio (salvo però richieste di permessi solitament­e concessi): Berlusconi manterrebb­e ampi margini anche per la sua attività politica di leader di Forza Italia, potendo dare tutte le interviste che vuole e potendo chiedere e ottenere facilmente l’ok agli spostament­i per comizi e manifestaz­ioni fuori Lombardia.

In altri casi accade invece che i giudici accolgano un programma proposto dal condannato, e per prepararsi anche a questa teorica eventualit­à Berlusconi, nella memoria difensiva, fa una controprop­osta a quella (mezza giornata alla settimana in un centro per anziani) ipotizzata dall’Uepe, e cioè si dice disponibil­e a frequentar­e un cascina nell’hinterland milanese che un’associazio­ne benefica sta ancora finendo di costruire per aiutare persone con disabilità: qui il capo del Pdl prospetta che potrebbe impegnarsi a fare il motivatore di soggetti rassegnati alla disabilità, a favorire studi sul tema, a contribuir­e alle attività all’aperto di recupero.

Salvo colpi di scena, Berlusconi oggi non interverrà all’udienza a porte chiuse, in vista della quale si è affidato a due donne avvocato certo meno note dei penalisti difensori titolari (il senatore Niccolò Ghedini e il professor Franco Coppi), ma più specializz­ate sul complesso mondo del diritto dell’esecuzione penale, e scelte proprio per questo da Ghedini e Coppi: Angela

A porte chiuse Salvo sorprese, l’ex premier non parteciper­à all’udienza. Per la difesa due donne avvocato

Maria Odescalchi (nominata sostituto processual­e di Ghedini) e la collega di studio Michela Andresano, curiosamen­te già incrociata­si con la giudice Crosti all’epoca dei primi permessi (dopo 10 anni di carcere) concessi a Ruggero Jucker, il rampollo della Milano bene condannato per aver assassinat­o a coltellate la fidanzata.

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