Ologrammi, fumetti, spot In India è «Modi-mania»
Il candidato nazionalista è diventato una star
NEW DELHI — Domani Narendra Modi, l’uomo nuovo della politica nazionale indiana, sarà magicamente in un centinaio di città allo stesso tempo: lo annuncia il sito web del suo partito, il Bjp. E l’evento si ripeterà per un’altra decina di volte nei prossimi giorni: almeno mille posti si accenderanno della sua presenza entro il 12 maggio, fine della lunga corsa elettorale. La visione sarà in ologramma 3D: la prima volta al mondo che qualcosa del genere viene fatto su questa scala per motivi politici. Se funzionerà — grosso «se» — lo spettacolo porterà il mito di Modi a un nuovo livello. In un Paese in cui il culto della tecnologia e il culto della personalità sono cose serie, la scelta dell’ubiquità hi-tech si avvicina alla perfezione.
Attorno a Modi — 63 anni, un lontano passato da venditore di tè, per tre volte eletto Chief Minister dello Stato del Gujarat (è ancora in carica) — si sta in effetti gonfiando un’enorme bolla di interesse, di entusiasmo e di aspettative, dal momento che promette di vincere la corruzione, l’inflazione, la burocrazia, la disoccupazione, di essere buono e onesto. La sua faccia — barba e capelli bianchi — è ovunque, manifesti, pubblicità a piene pagine sui giornali,
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stampe. La sua voce rimbomba da tutte le radio. Le televisioni lo inseguono. I giornali intervistano il suo sarto (che non lo vede dal 2002) per chiedergli le misure del grande uomo che si fa cucire i kurta (le tuniche) rosa, bianchi, marroni. Nel corso delle elezioni — che in India durano, in varie giornate, dal 7 aprile al 12 maggio, data lo sforzo necessario per portare al voto in teoria 814 milioni di persone — terrà 180 comizi (in carne ed ossa, non da avatar). Su di lui si fanno poesie, si disegnano fumetti (anche dissacranti), per lui si dicono preghiere e si cantano canzoni sul ritmo di quelle dedicate al dio Shiva. Qualcuno comincia a pensare che stia davvero nascendo un culto della personalità simile a quello che all’inizio degli anni Settanta investì Indira Gandhi e la aiutò a rafforzare un certo suo autoritarismo che nel 1975-77 sfociò nella