Corriere della Sera

«Mi ha tolto un polmone senza motivo e non si è pentito»

- Giacomo Valtolina

MILANO — La cicatrice di 17 centimetri sul torace è sempre lì. A ricordargl­i ogni giorno quella maledetta operazione. L’intervento chirurgico in cui perse un polmone, un polmone che «funzionava benissimo», che anche oltre i cinquant’anni gli consentiva «lunghe apnee subacquee» e «interminab­ili match di pallone» e che adesso gli impedisce persino di salire le scale di casa, quattro piani di gradini in via Rizzoli, alla periferia Nord-Est di Milano.

Giovanni Rizzitano, 69 anni, ex muratore calabrese di Rosarno, risponde al telefono. È già al corrente della notizia che aspetta da anni da quando uscì menomato dalla «clinica degli orrori» Santa Rita. E cioè l’arresto e la condanna all’ergastolo di Pierpaolo Brega Massone, il primario di Chirurgia toracica dell’odierna Città Studi. «Si è resa giustizia ai morti» dice, e nella sua voce non c’è foga né sete di vendetta. C’è la coscienza di ciò che è successo. E basta. « Omicidio volontario è un’accusa grave — spiega —. Significa che sapeva quello che stava facendo. Anche i migliori chirurghi sbagliano. Ma farlo apposta è un’altra cosa».

Sei anni fa, Rizzitano era arrivato al reparto di Urologia per un polipo alla prostata. «Tutto risolto» ricorda oggi, come a scagionare l’immagine dell’ospedale, come se non tutti i medici, lì, contribuis­sero all’orrore. Poi l’intervento di quel primario. C’è da fare un agoaspirat­o alla tiroide, per un’ecografia. «Ma la mia tiroide era sana», gli rivelerann­o e confermera­nno numerosi esami successivi. Durante l’intervento, altre «complicazi­oni». E il risveglio senza un polmone. «Il carcere a vita è una pena dura. Ma oltre alla sventura che è capitata a me, bisogna ricordarsi dei morti».

La voglia di buttare fuori parole e pensieri è forte, la salute non si baratta nemmeno per 70 mila euro di risarcimen­to ricevuto. «Se avesse ammesso “ho peccato d’ingordigia, per soldi”, se la sarebbe cavata con meno. Il suo tentativo di negare è imperdonab­ile. E se insisterà, negli altri gradi di giudizio potrà solo andargli peggio. Mi amareggia il fatto che due vittime dei suoi raggiri come Fabio Presicci e Marco Pansera abbiano preso 30 e 26 anni». Ma quello che fa ancora più male a Rizzitano sono le responsabi­lità dei politici: «Che sapevano e che oggi si godono la bella vita alle spalle dei contribuen­ti. Chi? Uno è l’ex governator­e Roberto Formigoni: disse che quello che accadeva alla Santa Rita gli “puzzava” da due anni, ma continuò a firmare sovvenzion­i milionarie».

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Vittima Giovanni Rizzitano

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