Corriere della Sera

Il gol di Evra è un’illusione alla fine sorride Guardiola

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Bocci

interista Vidic) nel tripudio generale. L’Allianz è rosso di felicità. I Diavoli, rossi di vergogna. L’anno prossimo durante la settimana rischiano di restare incollati alla tv e senza i soldi della Champions la ricostruzi­one non sarà facile. L’era di Ferguson è finita. Quella di Guardiola a Monaco, invece, è appena cominciata.

Il Bayern all’inizio è troppo contratto, lo United gioca più libero e leggero. Tutto quello che poteva sbagliare, in una stagione sciagurata sotto ogni punto di vista, lo ha già sbagliato e in Germania non ha niente da perdere. Moyes sceglie un ordinato 4-4-2 in cui Valencia e Kagawa sugli esterni si muovono sulla stessa linea

(Action Images)

MONACO DI BAVIERA — In attesa di capire se il Bayern spagnolo di Guardiola potrà emulare quello tedesco di Heynckes, registriam­o la fine della storia bella, ricca, quasi commovente, del Manchester United di Alex Ferguson. Pep con il Barcellona gli aveva già soffiato via due Champions sotto il naso, nel 2009 a Roma e nel 2011 a Wembley e ora affonda anche Moyes, il figlioccio di sir Alex, che il guru di Old Trafford aveva voluto in panchina al posto suo la scorsa estate. All’Allianz si chiude l’era della più celebre squadra inglese (con il Liverpool): estromessa dalle semifinali, la prossima stagione rischia di rimanere fuori persino dall’Europa League. Il quarto posto, che garantireb­be ai rossi di Manchester la partecipaz­ione alla Champions, è lontano sette punti quando mancano appena cinque giornate alla fine della Premier. Per lo United sarebbe uno smacco dopo diciotto partecipaz­ioni consecutiv­e dal 1996.

Nella notte fredda bavarese neppure l’orgoglio salva la banda disperata di Moyes, che vende cara la pelle, gioca bene per un’oretta, almeno in fase difensiva e si illude quando Evra ammutolisc­e lo stadio con una saetta che si infila sotto l’incrocio dei pali di Neuer. Ma il sussulto inglese ha soltanto il potere di svegliare l’armata tedesca, sino a quel momento troppo lenta, compassata, schiacciat­a dal peso di dover vincere a tutti i costi. Il Bayern travolge lo United con tre gol in diciassett­e minuti: Mandzukic pareggia di testa, Muller firma il sorpasso e lo scatenato Robben chiude il conto (il suo tiro è leggerment­e deviato dal neo dei mediani e Rooney fa il pendolo tra il centrocamp­o e Welbeck. Il risultato è un primo tempo contratto e noioso senza neppure un tiro nello specchio della porta. Rooney, peraltro fischiatis­simo dal popolo bavarese, all’inizio si smarca bene, ma non tira. Mentre Ribery, sull’altra sponda, chiude il suo grigio primo tempo con un destro fiacco sull’esterno della rete. Smalling, il migliore tra i difensori del Manchester, prima vanifica il colpo di tacco con cui Muller intendeva smarcare Mandzukic nell’area di De Gea, poi stoppa il tiro di Robben dopo una serpentina ubriacante dell’olandese. Un gol, per la verità, ci sarebbe, una zampata sottomisur­a di Valencia sul cross lungo da sinistra di Rooney. L’Allianz trema, ma soltanto per un istante, giusto il tempo di accorgersi che l’assistente ha la bandierina alzata e ha segnalato il fuorigioco.

La paura, invece, assale i tifosi tedeschi dopo un’ora di partita. Il tiro di Evra da fuori area è una saetta perfetta e annuncia una serata complicata. L’incubo però dura meno di due minuti. La rete libera il Bayern dal suo complesso. Mandzukic sfrutta il primo cross degno di questo nome ad opera di Ribery e per uno strano scherzo del destino anticipa proprio Evra prima di affondare il colpo di testa nell’angolino basso alla sinistra di De Gea. Da quel momento esiste solo la squadra di casa. Muller e Robben chiudono il conto nell’ultima travolgent­e mezz’ora e alla fine Guardiola sorride allo scampato pericolo. Peraltro, con il Barca fuori, non rischia neppure di dover incrociare il suo passato.

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